Stipendio in ritardo? Nessun problema, ci sono quattro soluzioni che con lucidità ed una buona dose di problem solving ti saranno d’aiuto.
Se lo stipendio è in ritardo consegue un’escalation di panico, ansie e difficoltà: come si pagano le utenze e le spese per sopravvivere?
Dall’affitto al bollo auto, fino al soddisfacimento di bisogni primari: andare nel panico non è quindi così assurdo, il punto è definire che capitano spesso situazioni del genere. Nonostante l’iniziale crisi, è bene reagire, perché ci sono delle soluzioni. Sono una boccata d’aria fresca! Quando dovrebbe essere percepito lo stipendio? Da questa info si può definire se si tratta di una condizione di ritardo o meno, a meno che non si venga pagati da mesi. In questo caso la situazione è già chiara!
La retribuzione è conseguente dal rapporto di scambio tra datore di lavoro e lavoratore. E’ stabilita dai termini contrattuali ed implica il pagamento della prestazione esauritasi durante il mese. Ci sono casi specifici nei quali l’azienda applica un Ccnl, ed è li che possono subentrare variazioni, ma di norma avviene a fine mese. Da non confondere il pagamento con la busta paga, perché sono due condizioni differenti. Con il pagamento si ottiene la retribuzione rispetto l’opera, mentre con la busta si fa riferimento al cedolino, cioè il prospetto paga. Quindi, dare la busta paga non significa aver pagato!
Stipendio in ritardo, ecco come gestire la situazione: 4 soluzioni
Capita spesso di trovarsi in una condizione del genere, ed è un grosso disagio. Emotivamente la frustrazione si percepisce con intensità. Capitano i ritardi, ma il mancato pagamento è un guaio, specialmente laddove ci siano situazioni di crisi per l’azienda in cui si lavora. Quindi bisogna agire per ottenere l’accredito dello stipendio, e lo si può fare in modo legale, senza andar al litigare con il capo! Al di là dell’ironia, è possibile farsi valere attuando le mosse giuste al momento opportuno. Consigliamo di agire per gradi, ecco come comportarsi.
La prima cosa da fare l’abbiamo in parte suggerita, cioè accertarsi dei tempi di pagamento dell’azienda in base ai dettami contrattuali. Se si è nuovi ed è la prima volta che si attende il pagamento può capitare di confondersi. Ma una volta accertata la condizione di mancato pagamento, bisogna chiedere informazioni all’ufficio delle risorse umane e all’amministrazione dell’azienda per la quale si lavora. Quindi, la comunicazione è il primo passo per gestire civilmente la questione.
Se non si ottengono risposte, si procede in base alle proprie possibilità, chiamando in causa l’ufficio vertenze del sindacato di appartenenza oppure un avvocato. Entrambi possono sollecitare il datore di lavoro a promuovere il pagamento entro una certa data. Qualora neanche con questa “mossa d’impatto” si ottenga lo stipendio, allora bisogna ricorrere al Tribunale del Lavoro. Potrebbe accadere che il datore non paghi perché l’impresa sia fallita, allora in seguito alla cessazione del rapporto di lavoro, entra in gioco l’INPS. Appellandosi al fondo dell’Istituto nazionale di previdenza sociale si ottiene il pagamento del TFR e delle ultime tre mensilità se non pagate.