Andare a vivere in una casa popolare è, per molti, una necessità. Ci sono dei requisiti essenziali per poter avere un alloggio popolare.
Le case popolari sono, solitamente, situate nelle zone più periferiche delle grandi città. Presentano indubbiamente il vantaggio di avere un canone di affitto molto più basso rispetto al mercato libero. Vediamo insieme quali sono i requisiti per poter avere diritto ad una casa popolare.
Molte famiglie – specialmente in questo periodo di crisi economica- non riescono più a pagare l’affitto di un appartamento privato. Specialmente se soltanto un familiare lavora o se si hanno molti figli, le case popolari possono essere una buona soluzione. Nelle grandi città come Milano, Roma, Torino e Bologna sono in tanti a fare richiesta per un alloggio popolare. Tuttavia ci sono requisiti specifici per essere messi nelle graduatorie e ottenere una casa popolare.
Ovviamente, trattandosi di case il cui affitto è molto basso, il primo requisito che verrà valutato è il reddito massimo. Per ottenere una casa popolare è, infatti, necessario presentare l’Isee Erp, cioè l’indicatore della situazione economica equivalente per l’edilizia residenziale pubblica. Da qui poi verrà calcolato il reddito massimo. L’Isee Erp, a differenza del normale Isee, è specifico proprio al fine di avere diritto ad un alloggio popolare.
Reddito massimo per le case popolari
Il limite di reddito che si deve rispettare per avere una casa popolare non è lo stesso in tutta Italia ma varia non solo in base alla Regione ma anche in base al Comune in cui si fa richiesta. Sono infatti le Regioni e i Comuni a fissare il tetto massimo entro cui si può ottenere un alloggio popolare.
In generale, tuttavia, possono ottenere una casa popolare i nuclei familiari il cui Isee Erp non supera i 20.000 euro annui. Per calcolare il proprio Isee Erp è sufficiente recarsi presso un Caf o Patronato muniti di:
- Carta d’identità del richiedente
- Codice fiscale di tutti i membri del nucleo familiare
- Ultima dichiarazione dei redditi
- Eventuale attestazione di disabilità di uno dei membri della famiglia ma solo se superiore al 66%
- Eventuale certificazione di disoccupazione o che attesti che si percepisce la Naspi o la pensione sociale o l’accompagnamento.
- Eventuale sentenza di sfratto.
- Giacenza sul conto corrente in banca o in Posta.
Vivere in una casa popolare comporta spese certamente minori rispetto ad un condominio privato. Indicativamente per le spese di condominio non si superano i 900 euro all’anno. L’affitto mensile varia a seconda della Regione e del Comune. Una diceria a cui molti erroneamente credono è che una volta ottenuta una casa popolare non si possa venire sfrattati. Non è affatto così. Anche chi vive in un alloggio popolare può essere soggetto a sfratto. In particolare si può venire sfrattati se l’ente certificatore scopre chi, nella fase di domanda, si è dichiarato il falso; oppure se non si paga regolarmente l’affitto. Anche qualora le giacenze sul conto bancario o postale superassero un certo limite si può essere sfrattati. Nel caso di sfratto per morosità, l’inquilino ha comunque 40 giorni di tempo per mettersi in regola e sistemare la situazione. Se entro questo termine non pagherà quanto dovuto, a quel punto lo sfratto diventerà esecutivo.