Dopo la decisione della Meloni arriva il paracadute del governo sul Superbonus: ecco come salvarsi dalla stretta
Il Governo ha deciso le pesanti modifiche al Superbonus, suscitando un enorme dibattito e anche grandi proteste da parte di molte imprese e cittadini che rischiano di non veder terminati i lavori per la propria casa.
L’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, infatti, ha deciso di attuare lo stop alla cessione dei crediti dopo i 16 febbraio, pur tenendo aperta la possibilità di utilizzare gli F24 per ottenere lo sblocco dei cosiddetti crediti incagliati. Si tratta di un vero tesoretto che ammonta a circa 19 miliardi e rispecchia quella che è la delicata situazione legata alla misura. Tuttavia, arriva il paracadute del governo sul Superbonus: ecco come salvarsi.
Ecco il paracadute del governo sul Superbonus
Intervenendo sul Superbonus, l’esecutivo ha annunciato la possibile implementazione di piccole deroghe allo sconto in fattura, al fine di garantire questa agevolazione alle famiglie meno abbienti. Questa proposta riprende un’idea precedentemente avanzata da Ance e Abi, secondo cui le banche dovrebbero utilizzare gli F24 compilati dai propri clienti per pagare le tasse, compensandoli con i crediti del Superbonus.
Tale meccanismo servirebbe a restituire alle banche una maggiore capacità fiscale e a consentire loro di riprendere le proprie attività finanziarie. Si tratta di un vero e proprio salvagente che il governo intende attuare per ammortizzare gli effetti di una stretta sul Superbonus.
Una prima ipotesi prevede l’utilizzo degli F24 “diretti”, relativi ai contributi, all’interno di uno spazio fiscale di 30 miliardi di euro per il 2023. Tuttavia, le banche non sono convinte sulla possibilità di riattivare uno spazio fiscale così ampio. Gli istituti di credito, quindi chiedono il supporto di partecipate come Enel ed Eni. Queste potrebbero infatti far leva sugli extraprofitti maturati durante la crisi energetica per poter acquistare un numero maggiore di crediti. Tuttavia, queste ipotesi sembrano essere difficili da considerare, così come la possibilità di ricorrere alla cartolarizzazione delle attività fiscali. Queste, infatti, dovrebbero essere successivamente ricollocate sul mercato mediante società veicolo specializzate.
Il governo sta facendo di tutto per evitare un vero e proprio default che coinvolgerebbe circa 25mila Piccole e medie imprese, provocano anche lo stop di circa 90mila cantieri. L’obiettivo è quello di sbloccare quelli che sono circa 19 miliardi di euro attualmente incagliati. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha spiegato che l’obiettivo dei tavoli tecnici nei prossimi giorni è quello di far sgonfiare questa bolla. Intanto, Confedilizia spera che le nuove norme possano essere attenuate, mantenendo ad esempio la cessione del credito per il Sismabonus, oltre all’eliminazione delle barriere architettoniche. Infine, Confapi vorrebbe che le società partecipate anticipino gli aiuti.