La Certificazione Unica dei redditi 2023 è ai nastri di partenza. Ecco tutte le scadenze da rispettare con il Fisco.
L’anno fiscale 2021 comincia ad entrare nel vivo e sul calendario si moltiplicano le scadenze da rispettare nei confronti del Fisco. Il prossimo appuntamento è quello con il CUD, la Certificazione unica dei redditi relativi al 2022. Di cosa si tratta e perché è così importante?
Il CUD è un documento fondamentale ai fini della presentazione della dichiarazione dei redditi. I datori di lavoro sono tenuti a consegnarlo ogni anno ai loro dipendenti, mentre l’INPS lo invia ai pensionati e agli altri titolari di prestazioni. I dati in esso contenuti andranno a determinare la nostra posizione fiscale.
La Certificazione Unica 2023 deve essere inviata entro e non oltre il termine unico del 16 marzo prossimo, esclusivamente per via telematica, anche tramite intermediario, da tutti coloro che hanno versato l’importo o il valore soggetto a ritenuta alla fonte nel corso del 2022. Sono tenuti a presentarlo anche quanti hanno versato contributi previdenziali, assistenziali o assicurativi all’INAIL, e i soggetti che hanno versato somme o valori non soggetti a ritenuta alla fonte, ma soggetti a contribuzione all’INPS, nonché i titolari di posizioni assicurative presso l’INAIL. Lo stesso obbligo ricade sugli enti amministrativi che operano come sostituti d’imposta iscritti agli enti amministrativi inclusi nella Gestione Dipendenti Pubblici dell’INPS.
Tutti i numeri della Certificazione Unica 2023
La Certificazione Unica serve a certificare al contribuente, ai fini della liquidazione dell’imposta, gli importi percepiti nel corso del 2022 e derivanti da redditi di lavoro dipendente incorporati nel lavoro dipendente, soggetti a tassazione ordinaria e separata, a ritenuta alla fonte o a imposta sostitutiva, e da redditi di lavoro autonomo soggetti a ritenuta alla fonte, tra gli altri.
Nella stessa categoria sono comprese le provvigioni per prestazioni di servizi relative a rapporti di fornitura, di agenzia, di mediazione, di agenzia di vendita e di procacciamento d’affari (anche occasionale) e provvigioni per vendite a domicilio.
L’elenco prosegue con i compensi corrisposti per la cessazione di rapporti di agenzia di persone fisiche. E gli importi pagati per servizi relativi a contratti per lavori o svolti dal comproprietario nell’ambito della sua attività; a seguito di procedure di pignoramento nei confronti di terzi; a titolo di indennità di esproprio; per l’affitto di abitazioni a breve termine (30 giorni o meno). Stesso discorso vale per i contributi previdenziali e assistenziali relativi all’INPS e ad altri enti, e i dati assicurativi dell’INAIL. Come si vede, a marzo il piatto – fiscalmente parlando – è molto ricco…