La verità dietro al cambio di operatore sulle bollette di luce e gas: una procedura semplice ma non sempre conveniente
A caccia di offerte, tanti italiani sono soliti cambiare fornitore di luce e gas, nella speranza di poter pagare di meno nelle bollette con il cambio dell’operatore. Tale procedura oggi è abbastanza semplice ma non va giudicata sempre conveniente, anche perché non è detto che il passaggio sia gratuito. Ci sono due casi in cui è obbligatorio pagare una certa somma.
Il cambio dell’operatore e del fornitore delle bollette è sempre possibile, dato che è un’operazione garantita dalla liberalizzazione del mercato italiano introdotta poco più di vent’anni fa. All’inizio, cioè fino a una decina d’anni fa, il passaggio era sempre un po’ complicato e lento. Oggi invece, si risolve in pochi minuti, e senza troppo stress: di solito fa tutto il nuovo gestore.
A partire dal 2024 il mercato di Maggior Tutela per i clienti domestici sarà abolito. In questo senso tutti sono obbligati a passare al Mercato Libero indicando l’operatore a cui affidarsi. Dunque è doveroso capire come evitare di dover pagare oltre il necessario se si vuole cambiare subito. Ecco in quali casi il cambio operatore delle bollette si paga.
Anche se normalmente il passaggio da un vecchio fornitore di luce e gas a un nuovo gestore avviene gratuitamente, ci sono due circostante in cui l’utente può essere raggiunto da un addebito di costi in bolletta. Una sorta di pagamento extra, che non ha nulla a che fare con una penale.
Il cambio si paga quando il passaggio viene fatto a distanza di meno di un anno dall’ultima sottoscrizione di un contratto di fornitura, oppure quando si sceglie di passare da un fornitore del Mercato Libero al regime di Maggior Tutela.
Nella prima circostanza l’addebito è a discrezione del singolo operatore. In media ammonta a circa 27 euro. Nell’altro caso, invece, è necessario il pagamento dell’imposta di bollo, il cui costo è di 16 euro. Per quanto riguarda la sostituzione del contatore, non sono mai previste spese. L’utente che decide di cambiare il fornitore delle proprie utenze deve attivare il nuovo contratto indicando i dati anagrafici dell’intestatario, il codice identificativo alfanumerico che si trova nella bolletta (cioè il Pod per l’energia elettrica e il Pdr per il gas) e il proprio contatto mail o telefonico. Eventualmente va aggiunto anche il codice Iban su cui avviare la domiciliazione delle utenze.
In ogni caso è possibile ricevere aggiornamenti sullo stato di avanzamento del passaggio, che generalmente richiede circa un mese di tempo.
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