Novità dal fronte bonus carburante, perché non è conveniente quest’anno e quali sono tutte le modifiche apportate
Sul bonus carburante edizione 2023 ci sono alcune novità da non poter ignorare. La Legge di Bilancio ha riassegnato i fondi per quanto riguarda le agevolazioni sul carburante ma anche apportando delle modifiche.
Il bonus, già esistente nel 2022, prevede adesso un importo fino a 200 euro erogato dai datori di lavoro privati ai dipendenti in forma di buoni benzina o titoli analoghi per l’acquisto di carburanti, incluse le ricariche dei veicoli elettrici. Ma come conseguenza di una modifica al testo del decreto legge 5/2023, introdotta in fase di conversione alla Camera dei Deputati, dovranno essere versati i contributi. All’articolo 1, comma 1 del provvedimento è stata aggiunta la seguente frase: “l’esclusione dal concorso alla formazione del reddito del lavoratore, disposta dal primo periodo, non rileva ai fini contributivi”.
Una novità che incide notevolmente sulla convenienza di questa agevolazione introdotta per aiutare i cittadini a contrastare gli effetti dell’aumento del costo dei carburanti (incluse le ricariche dei veicoli elettrici). Ma cosa significa nel pratico il dover versare i contributi?
In questo senso, il bonus viene consegnato direttamente dal datore di lavoro e non dallo Stato, ma il datore di lavoro riceverà un aiuto economico, non dovrà versare tasse. Qualora si superi tale importo, tutto il valore verrà assoggettato a imposizione, ciò significa che sul resto della somma dovranno essere versati i contributi, aumentando di gran lunga le spese.
Problemi con il bonus benzina – Ilovetrading.it
In questo senso, non è più poi così conveniente se si considera il fatto che con 200 euro ad oggi ci si fa circa 3-4 pieni (dipende anche dal serbatoio dell’auto). Se il datore di lavoro vorrà dare di più, dovrà pagarci i contributi, arrivando quasi ad un 30% in più di spese. Gli converrebbe? Facendo un attimo i calcoli, decisamente no.
Datori di lavoro e lavoratori dovranno quindi fare i conti con un costo aggiuntivo. Si sa che con 200 euro il lavoratore ci farà ben poco se utilizza l’auto spesso, ma al tempo stesso il datore di lavoro si troverebbe a pagare molto di più per consegnare un bonus più alto. Cosa succederà? Che il bonus perderà la sua utilità e molti rinunceranno.
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