In molti, spesso, sono tentati di sfuggire da una spesa “antipatica” non pagando il bollo auto. Ma non è una buona idea e oggi vediamo perché.
Brutte notizie per chi pensa di passarla liscia senza pagare il bollo auto. I rischi che si corrono non sono pochi ed è meglio non sottovalutarli. Vediamo insieme cosa rischia chi non paga il bollo auto.
Il bollo auto deve essere pagato una volta all’anno in un’unica soluzione. La scadenza per il pagamento coincide con la fine del mese di immatricolazione del veicolo. Tuttavia la legge prevede un piccolo margine di tolleranza: non si incorre in sanzioni anche se si paga il bollo auto entro l’ultimo giorno del mese successivo al mese di immatricolazione. Si tratta di un’imposta regionale – sebbene la normativa generale sia dettata dallo Stato – riscossa, pertanto, dagli enti locali. Fanno eccezione solo le Regioni Friuli Venezia Giulia e Sardegna dove il bollo auto viene riscosso direttamente dall’Agenzia delle Entrate.
Cosa si rischia se non si paga il bollo auto o se lo si paga in ritardo? Se viene pagato in ritardo si incorre in sanzioni di carattere amministrativo che, ovviamente, aumentano l’importo dell’imposta. Più esteso è il periodo di ritardo e maggiore sarà l’importo della sanzione. Tuttavia chi non paga il bollo auto può continuare a circolare per le strade e non subirà multe in caso di controlli. Né vengono tolti punti dalla patente, come molti temono.
A quanto ammontano le sanzioni
Il bollo auto non pagato comporta una sanzione dello 0,1% per ciascun giorno di ritardo entro il 14° giorno oltre la soglia di tolleranza. Assolvere all’onere al settimo giorno costa un esborso extra dello 0,7 per cento, al 14° uno dell’1,4 per cento.
Chi risana la sua posizione nel periodo compreso tra il 15° e il 30° giorno è tenuto a versare l’1,5 per cento. Il conto lievita per il periodo successivo, che va dal 31° al 90° giorno: qui viene applicato l’1,67 per cento. Infine, dal 91° a un anno cresce al 3,75 per cento. A questo punto, in caso di ripetuta violazione, si sarà chiusa la finestra per il ravvedimento operoso. La sanzione da corrispondere sarà, pertanto, pari al 30 per cento della tassa di proprietà. E per ogni semestre di ritardo lieviteranno gli interessi di mora dello 0,5 per cento.
Se si continua a non pagare i provvedimenti diventano più pesanti e l’ente titolare del credito – le Regioni o l’Agenzia delle Entrate- batte cassa attraverso un avviso di accertamento che può pervenire con la posta raccomandata o essere consegnato fisicamente da un rappresentante. Dal momento di inoltro – e non dalla ricezione- l’automobilista entro 60 giorni o paga il bollo con le annesse sanzioni oppure presenta ricorso.
Cosa può succedere se non hai pagato il bollo
Allo scadere dei 60 giorni l’ente deputato alla riscossione dell’imposta procede e l’automobilista che non ha pagato il bollo può essere destinatario di provvedimenti molto rigidi come il pignoramento del conto corrente o di un quinto dello stipendio o della pensione oltre al fermo amministrativo del veicolo che, però, deve essere anticipato da un preavviso di almeno 30 giorni. Dopo tre anni a partire dall’inizio dell’anno in cui l’imposta doveva essere pagata, il bollo auto cade in prescrizione.
Nel caso in cui, invece, si decida di fare ricorso, l’ente da interpellare è la Commissione Tributaria provinciale. Talvolta, la pretesa dell’ente incaricato si fonda su presupposti errati. Una circostanza tipica è quella in cui la vettura è passata di mano, ma il nuovo proprietario non ha comunicato l’operazione al Pubblico Registro Automobilistico. Dal momento in cui la cessione è stata finalizzata per il bollo non pagato negli anni seguenti le sanzioni gravano su chi ha il possesso della macchina. La tassa in questione è, infatti, di proprietà.