Attenzione a come fruire di questo aiuto economico. Vale per tantissimi italiani ma c’è la soglia ISEE. Ecco come averlo.
È partito il 14 febbraio il pagamento di un contributo molto importante per i lavoratori ma i dubbi e le questioni aperte non mancano e quindi cerchiamo in questo articolo di fare chiarezza a beneficio di tutti. Il trattamento integrativo sui redditi da lavoro dipendente e assimilati è proprio un contributo che viene erogato annualmente a tutti i dipendenti.
È nato nel 2020 ma è arrivato sostanzialmente a rimpiazzare il bonus Renzi. Infatti questa misura nasce proprio con il governo di Matteo Renzi e si tratta di un contributo che non riguarda soltanto i lavoratori dipendenti. Infatti anche i lavoratori atipici e i disoccupati possono chiedere il trattamento integrativo.
Un forte aiuto per lavoratori e non solo
Difatti il trattamento integrativo anche se molti non lo sanno, può essere richiesto anche all’interno della Naspi e della cassa integrazione. Gli stage e le borse studio lavoro possono anche beneficiare del trattamento integrativo. Quindi come si può capire questo trattamento integrativo è una misura di aiuto molto importante e molto ricca anche perché riguarda una platea veramente vasta di soggetti.
Ma ad averne diritto sono i dipendenti sia del settore pubblico che di quello privato, i lavoratori atipici, gli stagisti e i borsisti; i disoccupati percettori di indennità mensile e anche i lavoratori in cassa integrazione. Il bonus viene esteso anche ai soci lavoratori delle cooperative. Questo bonus da 100 euro può essere ricevuto anche dal percettore della Naspi ma non c’è bisogno di fare domanda specifica.
Come beneficiare degli aiuti
Infatti l’INPS calcolerà automaticamente questa integrazione all’interno del contributo per la disoccupazione. In linea di principio la somma viene anticipata dal datore di lavoro all’interno della busta paga oppure erogata dall’INPS. Si tratta di due canali alternativi che consentono comunque sia al soggetto beneficiario di ricevere questi 100 euro. Ma un altro canale attraverso cui ricevere questo bonus è proprio il rimborso da parte dell’Agenzia delle entrate.
Tuttavia il vero problema è quello del limite di reddito. Infatti il reddito non deve superare i 15 mila euro. Dunque anche nella legge di bilancio del 2023 per chi si trova al di sopra di questo limite di reddito il bonus viene a mancare.
Il bonus viene calcolato proprio in proporzione ai giorni lavorati effettivamente.
Gli aiuti per chi non ha nulla
La polemica oggi è proprio sul fatto che ci siano i bonus per i lavoratori e invece manchino i bonus per i redditi più bassi. Infatti il taglio del reddito di cittadinanza ha creato un’asimmetria veramente tremenda. Sostanzialmente arrivano aumenti in busta paga per i lavoratori e per i pensionati ma vengono tolti gli aiuti proprio per chi non percepisce assolutamente nulla.
Lo scopo del governo è quello di spingere tutti a trovarsi un lavoro ma questo si scontra contro il fatto che ci sono realtà d’Italia nelle quali oggettivamente il lavoro manca. Quindi questi aumenti in busta paga sebbene molto utili ed etici rischiano di creare una distorsione proprio a danno di chi non percepisce assolutamente nulla.