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L’inflazione picchia ancora duro. Quali sono le spese che è meglio evitare

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Samanta Airoldi

Non c’è tregua per le famiglie italiane alle prese con il caro vita che ormai riguarda tutti i settori specialmente in alcune città.

Da mesi le famiglie italiane si trovano a fare i salti mortali per arrivare a fine mese. Bollette alle stelle e prezzi da infarto anche sui beni di prima necessità. Nonostante l’inflazione sia scesa a gennaio del 10%, i prezzi di alcuni prodotti non stanno affatto calando.

L'inflazione picchia ancora duro
L’inflazione scende ma i prezzi continuano a salire/ Ilovetrading

Stando a quanto riportato da Investireoggi, secondo i dati dell’Istat lo scorso dicembre i prezzi al consumo avevano raggiunto il +11,6% annuo dopo il picco di novembre del +11,8%. E anche se, attualmente, l’inflazione è in calo, i prezzi sono ancora in aumento. Quali sono i prodotti che hanno subito un maggior rincaro e che, se possibile, bisognerebbe evitare? Purtroppo i rincari riguardano un po’ tutti i settori, da prodotti come succhi di frutta, insaccati e prodotti surgelati fino ad auto, elettrodomestici, detergenti per la pulizia della casa, prodotti per la cura della persona, farmaci.

Stanno aumentando, in particolare, i prezzi dei beni non durevoli come il cibo ma anche la fornitura dell’acqua che a dicembre è passata a + 1,7%. Non se la passano bene nemmeno i prodotti farmaceutici, farmaci, attrezzature ed apparecchi terapeutici e prodotti per gli animali domestici.

I prodotti che hanno subito più rincari

L’Istat ha disegnato un’accelerata anche per i beni durevoli come gli apparecchi elettrici per la cura della persona, gli elettrodomestici, gli apparecchi per il trattamento dell’informazione come computer e televisori che sono arrivati al +4,7% sul mese. Per quanto riguarda i servizi, sono in rialzo anche i prezzi di quelli relativi all’abitazione. In particolare i prezzi dei servizi per la pulizia e la manutenzione della casa, mentre scendono i prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona. Ad esempio i prezzi dei Pacchetti vacanza e degli alberghi sono calati del -2,9% su base mensile.

Inflazione e aumento dei prezzi
L’aumento dei prezzi non ha risparmiato nemmeno il cibo/ Ilovetrading

La maggior parte delle famiglie italiane continua a risentire in misura pesante dell’impatto del caro vita. Rispetto agli anni pre- Covid si spendono almeno 2.900 euro in più all’anno. Nemmeno il cibo è stato risparmiato da questi aumenti vertiginosi e in alcune città le verdure hanno subito un rialzo dell’87%. E mentre non c’è pace per i prezzi dei prodotti che le famiglie usano di più, sembra regnare la quiete per quanto riguarda i prezzi di benzina e diesel.

In base alle medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del Ministero dello Sviluppo economico ed elaborati dalla Staffetta, infatti, la benzina self service è a 1,861 euro/litro mentre il diesel a 1,831 euro/litro. Ciò fa capire che per i carburanti non si sono ancora verificati i tanto temuti rincari di cui si parlava settimane fa. Ma bisognerà vedere a marzo come evolveranno le cose e se almeno sul fronte carburante si potrà tirare un sospiro di sollievo.

Ecco le città più care d’Italia

L’aumento del costo della vita ha toccato tutta la Penisola, ma in alcune città si è avvertito più che altrove. Sulla base dei dati sull’inflazione diramati dall’Istat, l’Unione Nazionale dei Consumatori ha stilato quindi la classifica delle città più care d’Italia, quelle in cui il costo della vita è aumentato a dismisura. Dalla lista emerge che non soltanto nelle grandi città è stato rivelato un forte aumento dei prezzi.

  • In decima posizione troviamo Brescia con un rincaro annuo medio di 2531 euro, un rincaro per le famiglie di tre persone di 3041 euro e un’inflazione annua rilevata a gennaio del 9,6%.
  • In nona posizione c’è  Perugia dove l’inflazione è al 10,9%, per una famiglia media la spesa aggiuntiva è di 2504 a famiglie che arriva a 3051 per un nucleo familiare di tre persone.
  • Ottava posizione per Bologna con un’inflazione del 9,8%, una spesa aggiuntiva di 2445 euro che arriva a 3061 per un nucleo familiare di tre persone.
  • Al settimo posto c’è Catania con un‘inflazione addirittura del +12,6%, una spesa aggiuntiva per famiglia media di 2501 euro che si alza a 3152 per una composta da tre persone.
  • Al sesto posto c’è Ravenna con un’inflazione del 10,8%, una spesa aggiuntiva media di 2610 euro che arriva a 3289 euro per un nucleo familiare di tre persone.
  • Quinta in classifica Trento dove l’inflazione è del 10%, il rincaro annuo di 2617 euro che arriva a 3317 euro per una famiglia di tre persone.
  • Il quarto posto va a Modena con un’inflazione del 10,9%, una spesa aggiuntiva di 2634 euro (famiglia media) e di 3319 per nucleo di tre persone.
  • Medaglia di bronzo per Genova che sta sul terzo gradino della classifica. Nel capoluogo ligure l’inflazione è dell’11,8%, la spesa supplementare è di 2572 euro che arriva per una famiglia composta da tre membri a 3320 euro.
  • Milano si conquista l’argento con un’inflazione del 10,8% che da determinato un rincaro annuo per una famiglia media di 2932 euro e di 3505 euro per un nucleo di tre individui.
  • La città più cara d’Italia è  Bolzano con un’inflazione al 10,4%, un rincaro di spesa annuo di 2764 euro per famiglia tipo e di 3647 euro per una composta da tre persone. La più virtuosa è invece Potenza con un’inflazione al 7,5%, un aumento per famiglia media di 1481 euro che salgono a 1613 euro per un nucleo familiare di tre persone.
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