Quanto può lo smart working impattare sull’ambiente? Di recente l’Enea ha pubblicato dei dati piuttosto sorprendenti, emersi a seguito di una ricerca sul campo
Lo smart working è una modalità di lavoro che sta guadagnando sempre più terreno in tutto il mondo. Si tratta di un approccio flessibile che permette ai lavoratori di svolgere le proprie attività in remoto, senza dover necessariamente recarsi in ufficio.
L’esplosione dello smart working è stata favorita dalla pandemia, che ha costretto molte aziende a rivedere le loro modalità di lavoro per garantire la sicurezza dei propri dipendenti.
Questa nuova modalità di lavoro sta portando numerosi benefici sia ai lavoratori che alle aziende. Tra i principali vantaggi dello smart working ci sono senz’altro i risparmi in termini di tempo e denaro. Senza dover perdere tempo negli spostamenti casa-ufficio e viceversa, i lavoratori possono impiegare il tempo guadagnato per svolgere altre attività o per dedicarsi alla propria famiglia. Inoltre, l’eliminazione degli spostamenti permette di ridurre i costi legati al carburante e ai trasporti pubblici.
Ma gli effetti positivi dello smart working non si limitano solo ai lavoratori e alle loro tasche. Stando ad uno studio condotto dall’Enea su quattro città italiane – Roma, Torino, Bologna e Trento – nel quadriennio 2015-2018, lo smart working ha anche un impatto positivo sull’ambiente. Grazie alla riduzione degli spostamenti, l’impatto ambientale è stato calcolato in circa 600 kg di anidride carbonica in meno emessa ogni anno per lavoratore, ovvero una riduzione del 40%. Inoltre, l’eliminazione degli spostamenti ha permesso di risparmiare 3.500 km di distanza percorsa e 260 litri di benzina o 237 litri di gasolio.
Il risparmio energetico non è l’unico beneficio ambientale dello smart working. Riducendo la necessità di spazi ufficio, si riduce anche l’uso di carta, energia elettrica e acqua. Inoltre, le aziende che adottano questa modalità di lavoro possono avere un impatto positivo sulla mobilità urbana, contribuendo a ridurre il traffico e migliorando la qualità dell’aria.
Ovviamente, lo smart working non è adatto a tutte le attività lavorative, ma per molte professioni è possibile trovare una soluzione adeguata. Le aziende che decidono di adottare questa modalità di lavoro devono fare attenzione a garantire i giusti strumenti e le tecnologie necessarie per permettere ai dipendenti di lavorare in modo efficace e produttivo.
In conclusione, lo smart working rappresenta una modalità di lavoro flessibile e sostenibile che sta guadagnando sempre più terreno nel mondo del lavoro. Non solo permette ai lavoratori di risparmiare tempo e denaro, ma contribuisce anche a ridurre l’impatto ambientale legato agli spostamenti e all’utilizzo di risorse. Per questo, molte aziende stanno prendendo in considerazione l’adozione dello smart working come una possibile soluzione per affrontare le sfide poste dall’evoluzione del mondo del lavoro.
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