La domanda appena inviata può essere annullata? Ecco come funziona la procedura per i dipendenti privanti e per quelli del pubblico impiego.
C’è chi ha appena presentato la domanda di pensione ma si è reso conto che il corrispettivo spettante potrebbe risultare un po’ troppo basso rispetto a quanto sperato. Cosa si può fare?
Si può chiedere la revoca delle dimissioni con riammissione in servizio? E poi, è possibile bloccare la procedura dell’INPS per poter lavorare ancora?
Come fare ad annullare una domanda di pensione? La procedura prevista nel 2023 non è differente da quella in vigore negli scorsi anni. Le regole sono chiare. E, purtroppo, non permettono molta libertà di scelta o di movimento. Una volta presentate le dimissioni a lavoro e inviata all’INPS la domanda, bisogna solo sperare che la richiesta non sia stata ancora accettata.
Di solito, chi va in pensione calcola uno scarto peggiorativo negli introiti. Rispetto allo stipendio si percepisce quasi sempre un 20 o un 30 percento in meno. Questo succede perché il conteggio della pensione si effettua sulla base di molteplici fattori tra i quali il numero di anni di contributi versati e, per la quota contributiva, l’età in cui si accede al trattamento. Ma capita che il lavoratore si accorga troppa tardi di non aver maturato una pensione all’altezza delle aspettative. Così rimpiange di aver presentato la domanda per la pensione.
Stando a quanto chiarito più volte dall’INPS, non è possibile annullare una domanda di pensione. E non esiste nemmeno alcuna procedura da seguire. L’Istituto di Previdenza ha spiegato come per la presentazione della domanda di pensione si debbano presentare, in ogni caso, dimissioni dal lavoro. Dunque la dichiarazione di cessazione del rapporto di lavoro rappresenta il documento fondamentale da allegare alla domanda di pensione. Quindi è lì che il lavoratore commette l’errore principale. Prima di richiedere i documenti di cessazione del rapporto, bisognerebbe sempre attendere qualche giorno, per pensarci su con calma.
Si può annullare la domanda per la pensione?
Per i lavoratori del settore privato l’annullamento delle dimissioni presentate è possibile solo entro sette giorni dalla presentazione telematica. Nel pubblico impiego, invece, è tutto un po’ più complicato. Chi ha presentato le dimissioni può rientrare solo se ci sono posti vacanti. Ma una volta riammessi, si perde tutta l’anzianità di servizio pregressa. E quindi si percepisce pure uno stipendio più basso. E poi bisogna contattare tramite sindacati o personalmente l’amministrazione per capire se è disposta a riammetterla in servizio e se c’è disponibilità di posti.
Le cose cambiano per l’annullamento delle dimissioni per incapacità di intendere. L’articolo 428 del codice civile prevede che sia il Giudice a dover annullare le dimissioni ripristinando il rapporto di lavoro interrotto (con stessa anzianità di servizio, quindi, e stesso stipendio).
Con l’INPS, invece è tutto abbastanza rigido. Una volta inviata, la domanda di pensione non può più essere revocata. Il sito web dell’istituto assegna alla domanda un numero di protocollo e la rende visibile all’interno del servizio “Domanda di Prestazioni pensionistiche: Pensione, Ricostituzione, Ratei maturati e non riscossi, Certificazione del diritto a pensione”, nella sezione “Le mie domande”. Qui è possibile modificare soltanto le domande che si trovano in stato “da completare”.
