La successione dei beni è una procedura molto delicata, con delle regole precise. Ecco tutto quello che devi sapere per non perdere soldi.
Alla dipartita di qualcuno comincia la trafila burocratica per decidere della successione. Questa è un’operazione amministrativa molto delicata, composta da diverse fasi che devono essere conosciute, altrimenti si rischia di perdere qualcosa lungo la strada.
Si cominci con il necessario chiarimento che non esiste una sola metodologia di successione dei beni. Ce ne possono essere 3 tipi diversi:
- apertura del testamento, se il defunto ne ha lasciato uno;
- successione legittima, nel caso in cui il defunto non abbia lasciato alcun testamento;
- successione ibrida, nel caso in cui il defunto abbia lasciato un testamento, ma questo non includa alcuni dei beni per cui è disposta la successione.
Nel caso sia presente un testamento del defunto, questo verrà aperto dopo la morte di chi lo ha lasciato nell’ultimo luogo di residenza della persona trapassata, alla presenza di un notaio. Starà a quest’ultimo il compito di informare gli eredi della presenza di un testamento e aprirlo alla loro presenza. Dopo di che si passa alla fase di delazione.
La delazione è il momento intermedio in cui si valuta la situazione degli eredi. In particolare il notaio deve controllare se gli eredi designati in testamento o per successione legittima siano effettivamente in grado di ereditare i beni del defunto. A succedere possono essere sia persone fisiche, sia enti o associazioni, secondo quanto risposto dalla giurisprudenza. Per poter ereditare non ci sono particolari condizioni. Non è necessario essere capaci di intendere e di volere per ereditare, né essere maggiorenni. Le uniche difficoltà si incontrano quando nel testamento viene designato un erede che al momento della morte non è ancora nato o è morto. Ci sono casi, per esempio, di persone che indicano come erede del proprio patrimonio un ipotetico nipote che non è ancora nato.
Indegnità a succedere, un episodio limite
Benché non si possa letteralmente non essere in grado di ereditare se si è in vita, può sopraggiungere l’indegnità a succedere. Questa possibilità giuridica è fatta in modo da impedire completamente ad alcune persone di poter ereditare il patrimonio di un defunto. L’indegnità alla successione può sopraggiungere solo in caso di colpe penali importanti e deve essere confermata da un giudice.
Comunque sia, questa situazione può essere revocata dal testamentario stesso in autonomia in fase di testamento.
La rinuncia all’eredità, ecco cosa succede
Ci sono due casi in cui sorgono delle problematiche giuridiche in fase di successione. Il primo è, come detto, se l’erede designato non sia vivente, il secondo è se l’erede designato, per qualsiasi ragione, rinuncia alla successione dell’eredità. Si tratta i un diritto dell’erede quello di rinunciare all’eredità del defunto. In questi due casi si applica il principio di rappresentazione.
In questo caso subentra al posto dell’erede designato un altro discendente in linea diretta, ad esempio un figlio o un nipote per un nonno, o collaterale, ad esempio un nipote per uno zio. Questa proceduta avviene in base alla prossimità di parentela.