Cosa succede con le pensioni di marzo? Molte novità tra aumenti di rivalutazione e arretrati. Ecco tutte le cifre.
Il 2023 si è aperto con la tanto sbandierata rivalutazione delle pensioni del 7,3%. Questa avrebbe dovuto essere la risposta all’aumento dell’inflazione causata dalla crisi, ma c’è ancora tempo per le sorprese. Ecco cosa succede a marzo.
In seguito all’impennata del tasso di inflazione del 2022 a seguito della crisi del gas e della guerra in Ucraina, i pensionati sono quelli che si sono trovati più a rischio per la perdita di potere d’acquisto. Per questa ragione la rivalutazione del 2023 delle pensioni era attesa con molta impazienza, ma quando è arrivata, questa si è rivelata tutt’altro che soddisfacente. La rivalutazione del 7,3% dell’importo delle pensioni a fronte di un aumento dell’inflazione che è arrivato al 12% nei suoi momenti peggiori non era sufficiente già così. A concorrere a questa problematica ci sono anche i modi in cui la rivalutazione è stata applicata, con l’aumento totale applicato solo alle pensioni più basse.
Contemporaneamente sono arrivati anche gli aumenti delle tasse sulle pensioni stesse, con il risultato che alcuni pensionati si sono trovati con un assegno anche inferiore a quanto si aspettavano. Ad aggiungersi come ulteriore beffa al danno, i problemi amministrativi. Molte persone non hanno ancora ricevuto gli aumenti delle proprie pensioni, a causa della fretta con cui il Governo si è trovato costretto a prendere decisioni e organizzare le distribuzioni. Non che si avesse molta scelta, visto quanto vicine erano le scadenze per le decisioni da prendere sulla rivalutazione delle pensioni e sulla Legge di Bilancio.
A marzo si correrà ai ripari per quanto riguarda le pensioni e gli aumenti allegati. Ad avere l’aumento delle rivalutazioni a gennaio sono stati soltanto coloro che hanno una pensione inferiore a 4 volte il trattamento minimo INPS. Per tutti gli altri, per cui la situazione era meno critica, gli aumento non sarebbero arrivati fino a marzo, e finalmente è arrivato anche il loro turno. Per tutti quelli che si sono preoccupati della perdita dei primi 2 mesi di aumenti, non c’è da andare nel panico.
Gli aumenti delle mensilità di gennaio e febbraio 2023 non sono stati dimenticati. Gli aumenti sono stati calcolati a parte dall’INPS e verranno aggiunti come conguaglio alla mensilità di marzo. Ricordiamo inoltre che a ricevere l’aumento di marzo e da marzo in poi saranno coloro per cui l’aumento non è applicato al 100%. Secondo le direttive del Governo, infatti, chi ha un assegno pensionistico superiore a 4 volte il trattamento minimo, quindi superiore a 2.101,52 euro al mese, avrà un aumento inferiore tanto più alto è l’assegno stesso.
Quindi tutti gli aumenti saranno infine consegnati a chi ne ha diritto. Quando, però? Non essendo più in ottica emergenziale, gli assegni pensionistici saranno consegnati come da norma di legge, secondo il calendario di consegna prestabilito. Tutti coloro a cui l’importo viene accreditato sul conto corrente o libretto di risparmio, la cifra arriverà il primo giorno bancabile di marzo, ovvero mercoledì 1 marzo 2023.
Per tutti coloro che ritirano l’importo in contanti all’ufficio postale, le date sono le seguenti:
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