La Cassazione cambia l’assegno di mantenimento ed ora conta la ricerca attiva del lavoro. Vediamo la pesante novità.
Tante cose stanno cambiando sull’assegno di mantenimento perché la corte di Cassazione sta intervenendo su questo prezioso assegno per modificarlo in maniera molto profonda. Ma vediamo che cosa succede se la ex moglie decide di rifiutare un’offerta di lavoro.
Quando c’è il divorzio, il marito ha il dovere di versare l’assegno di mantenimento. Infatti se una donna non riesce a vivere con i propri mezzi ha diritto di essere mantenuta dall’ex marito. Questo è un diritto che è sempre esistito nel ordinamento giuridico italiano, ma vediamo che cosa dice la Cassazione su una donna che rifiuti di cercarsi un lavoro.
Nel caso sottoposto alla Cassazione una donna aveva rifiutato un lavoro ben retribuito. Per i giudici di secondo grado, il fatto che la donna avesse rifiutato un lavoro ben retribuito era stato considerato irrilevante. E quindi l’assegno di mantenimento doveva continuare ad essere versato. Ma la corte di Cassazione ha giudicato in modo decisamente diverso.
Infatti la cassazione ha affermato che se una donna rifiuta un lavoro congruo e ben retribuito non può continuare a mantenere il diritto all’assegno divorzile. Quindi questa nuova sentenza della Cassazione va compresa nella sua possibilità innovativa. Quindi questa nuova sentenza non significa che automaticamente una donna che non cerca il lavoro perde l’assegno di mantenimento.
E non significa neppure che se una donna rifiuta qualsiasi tipo di lavoro automaticamente perde l’assegno di mantenimento. Infatti l’assegno di mantenimento è un vero e proprio diritto. Tuttavia se l’offerta di lavoro fatta alla donna è giudicata congrua e ben retribuita ecco che il rifiuto di questa offerta in questo caso potrebbe far perdere l’assegno di mantenimento.
Infatti nello stabilire il diritto all’assegno di mantenimento e anche al suo concreto ammontare, bisogna tenere presente effettivamente la situazione economica tra chi versa l’assegno di mantenimento e chi ne beneficia. Quindi se al momento in cui è stato stabilito l’assegno di mantenimento la donna non lavorava e non aveva i mezzi ecco che sicuramente questo assegno spettava.
Ma se nel frattempo alla donna è stato proprio proposto un lavoro congruo rispetto alle sue caratteristiche e anche ben retribuito, ma lei ha detto di no, ecco che questo fatto va a modificare lo stato delle cose sulle quali si era pronunciato il giudice nel momento in cui ha statuito la sussistenza dell’assegno di mantenimento e anche la cifra concreta.
Sicuramente è una stretta molto pesante che va nella linea di abbassare le tutele e le garanzie. Oggi la tendenza generale è proprio quella di spingere al lavoro e di togliere le garanzie a chi non lo trova. Tuttavia questa sentenza comunque fa riferimento ad un’offerta di lavoro congrua e ben retribuita anche se ovviamente questi parametri possono esser essere interpretati in modo molto diverso da persona a persona.
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