È giusto fare un chiarimento e mettere ordine sul ruolo dello stagista nelle aziende, spesso messo in condizioni inappropriate e sostituito da altri stagisti ad oltranza.
Sicuramente non tutte, ma è risaputo che in Italia, molte aziende hanno approfittato dell’assunzione dello stagista, per riempire vuoti, destinati all’impiego di veri e propri dipendenti. Lo stage non è un vero e proprio lavoro per lo stagista, ma un periodo di formazione all’interno dell’azienda. Può essere svolto dopo aver concluso l’obbligo scolastico e dev’essere supportato con un rimborso spese che parte da un minimo di 300 euro, anche se la cifra cambia in base alle regioni. Lo scopo dello stage o del tirocinio formativo, è quello di acquisire competenze sul campo, farsi un’esperienza, mettere in pratica ciò che si è studiato solo in maniera teorica.
La legge è chiara: gli stage non possono durare meno di due mesi e non devono superare i 12 mesi. Durante questo arco di tempo, che può essere caratterizzato da un orario full time o part-time, l’azienda deve fornire allo stagista tutto il sostegno e la formazione di cui ha bisogno.
Viene da sé che lo stagista non è un lavoratore assunto e pertanto non può assolutamente sostituire personale che si trova in in malattia, in ferie, o in maternità. Non può altresì sostituire un lavoratore dipendente dell’azienda nei periodi di massima attività (come per esempio in un negozio durante le feste natalizie) ed è ovvio che non può ricoprire in generale nessun tipo di ruolo e posizione.
Quando l’azienda è obbligata ad assumere lo stagista
Forse ultimamente, a causa di chi se ne approfitta, si è dimenticato qual è il vero ruolo dello stagista e soprattutto quali sono gli scopi sia dello stagista stesso sia dell’azienda che lo richiede al suo interno. Gli stage sono molto importanti nel mondo del lavoro perché permettono al datore di lavoro di formare una persona dalla A alla Z all’interno della sua azienda, in base alle proprie esigenze e al proprio modo, creando una risorsa ideale da assumere in futuro e richiamare in caso di necessità e allo stesso tempo permette allo stagista di acquisire la competenza.
Capita purtroppo che molte aziende cambino gli stagisti ogni sei mesi, abusando di questo ruolo per fini propri inerenti alla mancanza di personale. Ma la legge lo vieta e viene incontro allo stagista “sfruttato”.
Se infatti ci si trova davanti ad una situazione in cui lo stagista viene fatto lavorare oltre la durata massima del periodo previsto, oppure se il soggetto promotore del tirocinio è legato all’azienda in cui viene svolto, o ancora se è assente totalmente un piano formativo tra azienda promotrice, c’è qualcosa che non va.
Lo stesso vale se la persona tirocinante ha già fatto il tirocinio nella stessa azienda e se viene lasciato da solo. Insomma davanti a tutte queste cose, l’azienda è obbligata ad assumere la persona e se si rifiuta va contro la legge.