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Perché è così difficile trovare case in affitto nel 2023?

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Samanta Airoldi

Sembra incredibile ma trovare una casa in affitto nel 2023 non è facile e immediato come fino a qualche anno fa.

Visto l’aumento dei prezzi degli immobili e le condizioni sempre più severe poste dalle banche per concedere i mutui, nell’ultimo anno è cresciuto il numero di persone che scelgono la soluzione dell’affitto. Ma trovare case in affitto non è per niente facile.

Nel 2023 impossibile trovare case in affitto
Una delle città più colpite dal problema è Milano- (foto Ansa) – Ilovetrading

Come spesso accade, domanda e offerta non si incontrano. Ecco così che a fronte di centinaia – se non migliaia – di giovani e non solo che cercano un immobile in affitto, le case in affitto latitano. I dati arrivano dalle agenzie immobiliari le quali sono tutte d’accordo su un punto: nel 2023 è quasi impossibile riuscire a trovare una casa in affitto con il classico contratto 4+4. I numeri non mentono: nell’ultimo trimestre del 2022 le offerte di abitazioni in affitto hanno subito un crollo del 36%.

Le città più colpite da questo fenomeno sono state: Roma, Milano, Napoli e Torino. La Capitale ha visto scendere del 60% le offerte di case in affitto mentre il capoluogo lombardo ha avuto una decrescita del 49%. A Napoli e Torino la discesa si è fermata al 40%. Che fare allora? Non tutti riescono ad ottenere un mutuo dalle banche che, oggi più che mai, chiedono mille garanzie. Garanzie che, specialmente i giovani e i liberi professionisti, non sempre possono fornire.

Le ragioni del problema

Trovare una casa in affitto è una necessità che tocca gran parte della popolazione considerando che molti, per lavoro, sono costretti a trasferirsi e a trovare un’abitazione in tempi rapidi. Trovare una casa in affitto non è impossibile.

Case in affitto, impossibile trovarle
Ai proprietari non conviene affittare con contratti tradizionali/ Ilovetrading

Ciò che nel 2023 è molto difficile è trovare un proprietario disposto ad affittare un appartamento con il contratto tradizionale. Questo per una ragione semplicissima: il classico contratto tradizionale 4+4 o quello 3+2 prevedono che venga applicata la cedolare secca la quale non consente di rivedere ogni anno il canone di affitto. In un momento come questo in cui il costo della vita è aumentato moltissimo, non conviene a nessun proprietario fissare un prezzo che poi dovrà mantenere uguale per i prossimi 6/8 anni.

Dunque gran parte dei proprietari degli immobili hanno deciso di puntare sugli affitti brevi o, addirittura, brevissimi. Gli affitti brevi, solitamente, riguardano studenti fuori sede o lavoratori stagionali. Quelli brevissimi riguardano, invece, i turisti che preferiscono alloggiare in una casa privata con la possibilità di avere a disposizione una cucina e non avere vincoli di orari piuttosto che in un albergo o in un bed&breakfast. Ad un proprietario conviene molto puntare sugli affitti brevi. Infatti ogni volta può affittare la casa al prezzo che preferisce in base all’andamento del mercato e al costo della vita. Un recente studio di mercato ha evidenziato che in soli 110 giorni di affitto breve, un proprietario riesce ad incassare la stessa somma che inciderebbe con un anno di affitto tradizionale. Secondo le previsioni questo scenario è destinato a durare almeno fino alla fine del 2023. L’indice di inflazione potrebbe scendere ma non così tanto da cambiare l’attuale- tragico – scenario.

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