Non uno ma 355 rinvii di scadenze nel decreto Milleproroghe. Dal Senato via libera alla conversione del decreto.
Dal Milleproroghe pioggia di 355 rinvii Dopo un’altra giornata di battaglia, l’Aula del Senato ha dato ieri il primo via libera alla conversione del decreto Milleproroghe con 88 voti favorevoli, 63 contrari e tre astensioni.
Il testo approvato dal Senato è di fatto quello definitivo, perché l’obbligo di conversione entro il 27 febbraio non permetterà alla Camera di introdurre variazioni che comporterebbero una impossibile terza lettura. Poche le novità: tra queste va segnalata la nuova proroga, al 31luglio, della possibilità per le società quotate di svolgere in modalità telematica le assemblee per l’approvazione dei bilanci, seguendo una prassi introdotta con la pandemia e che s’inserisce perfettamente nel quadro del lavoro agile svolto da casa. Modalità ancora in atto per gran parte delle aziende soprattutto nel settore privato. Del resto lo smartworking – in un’ottica di transizione ecologica- potrebbe trasformarsi nella modalità prescelta anche dal settore pubblico, scuole in primis. Lavorare o studiare da casa implica utilizzare molto meno – o non utilizzare affatto – l’auto.
Ma a Palazzo Madama non si è giunti alla stesura definitiva del testo in modo totalmente pacifico e non tutto è stato deciso. Se per le riunioni online non ci sono stati grandi scontri tra le parti, gli animi, si diceva, sono invece tornati a riscaldarsi sul nuovo rinvio dei termini per chiudere il quadro delle regole sulle gare delle concessioni balneari su cui non si è raggiunto nessun accordo. Niente da fare nemmeno per un ordine del giorno, presentato sempre dalle Opposizioni, che chiedeva un allargamento del tavolo tecnico chiamato a definire i parametri per le procedure selettive. Niente di fatto anche per proposte più di nicchia come una norma sugli straordinari al ministero del Made in Italy e una proroga dei termini per la gestione dei crediti d’imposta sugli acquisti energetici in agricoltura.
Il testo del Senato prevede 355 rinvii
Giravolta dal sapore un po’ plateale sull’allungamento biennale, a fine 2025, dei contratti sui diritti Tv del calcio: l’estensione era stata approvata in commissione con parere favorevole del Governo, che però ieri ha poi presentato un emendamento soppressivo.
Il testo partorito dal Senato è a tutti gli effetti un omnibus, che mette in fila 355 rinvii dei termini a raggio amplissimo: dalle assunzioni e stabilizzazioni nel pubblico impiego ai dehors liberi di bare ristoranti, dalle rinegoziazioni dei mutui negli enti locali alle decisioni comunali sulla tregua fiscale. “Penso che questo Paese potrà dire di essere diventato più semplice quando supereremo l’emergenza ordinaria dei decreti Milleproroghe”– ha commentato Antonio Naddeo, esperto di amministrazione pubblica oggi alla guida dell’Aran.
Ma oltre alle proroghe c’è di più. Dal credito d’imposta per i Policlinici alle pensioni dei medici, dalla sanatoria degli aspiranti presidi ai fondi per le Accademie musicali o le fondazioni, nelle 120 pagine abbondanti del provvedimento c’è di tutto. Tanto è vero che, per la prima volta nella sua storia il decreto Milleproroghe, che per natura non dovrebbe contenere spese, è stato assegnato anche alla commissione Bilancio. Esattamente come un Omnibus.