Il Superbonus varato nel 2020 ha avuto un impatto devastante sulle casse dello Stato: 120 miliardi di euro.
L’iniziativa era nata in seno al secondo Governo guidato dall’avvocato del popolo Giuseppe Conte e fortemente spinta dal partito Cinque Stelle.
Era il 13 maggio 2020 quando il Governo Conte 2 varò il Superbonus del 110% nel decreto Rilancio. Quel Governo vedeva Uniti i Cinque Stelle, il Partito Democratico, Leu e Italia Viva ma Il Superbonus nacque in casa grillina – esattamente come il Reddito di cittadinanza- e a contendersene la paternità furono il sottosegretario alla presidenza, Riccardo Fraccaro, e il ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli. Ministro dell’Economia e proponente il decreto il dem Roberto Gualtieri. Fu un’ assoluta novità. Non solo perché per la prima volta un bonus fiscale eccedeva del 10% la spesa sostenuta, ma anche perché il cittadino poteva non tirar fuori un euro.
II bonus infatti si poteva scontare direttamente in fattura o cedere a banche e intermediari finanziari. Prima di queste novità il committente doveva sempre pagare i lavori e poi poteva detrarre in più anni dall’imponibile parte della spesa Ora con questa riforma i cittadini potevano ristrutturare le proprie case a costo zero cedendo il credito di imposta all’azienda che aveva fatto i lavori, che a sua volta poteva cederlo illimitatamente a fornitori e istituti bancari. Sembrava tutto perfetto: più lavoro per le imprese e risparmio per i privati. Ma non solo: il Superbonus avrebbe dovuto funzionare da motore trainante per la conversione ecologica delle abitazioni. Infatti per ottenerlo era necessario fare lavori di riqualificazione tali da fare un salto migliorativo di almeno due classi energetiche.
Non si era tenuto conto di un piccolo dettaglio: l’impatto che avrebbe avuto sui conti pubblici. II Superbonus, secondo il decreto, sarebbe stato applicato alle spese sostenute tra il primo luglio 2020 e il 31 dicembre 2021 per interventi volti ad incrementare l’efficienza energetica degli edifici, la riduzione del rischio sismico e per interventi ad essi connessi relativi all’installazione di impianti fotovoltaici e colonnine per la ricarica di veicoli elettrici. La novità ebbe un successo ben oltre le previsioni tanto che fu prorogata dal Governo Draghi con la manovra per il 2022. Questa volta l’Esecutivo era sostenuto da tutti i partiti tranne Fratelli d’Italia. II Superbonus fu prorogato per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023 dai condomini e fino al 31 dicembre 2022 sugli edifici unifamiliari con il 30% dei lavori svolti entro settembre 2022. Ma già al gennaio dell’anno scorso Draghi, di fronte all’esplodere della spesa e delle truffe, innescò la retromarcia col decreto Sostegni ter, che stabiliva il divieto di effettuare cessioni del credito oltre la prima, poi corretto con altri decreti che allargarono le maglie per rimettere in moto il mercato dei crediti, altrimenti congelato. Le tensioni con l’ex premier Mario Draghi sul Superbonus furono tra le cause della crisi di Governo innescata da Giuseppe Conte.
Il Governo di Giorgia Meloni con il decreto Aiuti quater del novembre scorso ha da un lato prorogato al 31 marzo il Superbonus del 110% sulle unifamiliari – se è già stato fatto il 30% dei lavori – ma dall’altro ha ridotto al 90% l’agevolazione per il 2023 e stretto i requisiti. E con la manovra non ha prorogato il bonus facciate, che era stato introdotto sempre dal governo Conte 2. La vicenda sembra chiudersi – tristemente per famiglie e imprese- con il decreto che porta la firma del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Nel decreto si legge che per tutti i nuovi bonus scatta il divieto di sconto in fattura e di cessione del credito. Resta, come prima, solo la possibilità di detrarre la spesa dall’imponibile.
Non c’era più tempo da perdere, è la tesi di Giorgetti. II costo per lo Stato del solo Superbonus è arrivato, a gennaio 2023, a 71,7 miliardi, rispetto ai 43,7 del luglio 2022 e ai 6,2 di agosto 2021: una crescita esponenziale, favorita dall’assenza di stimoli alla contrattazione sui lavori e dalla conseguente esplosione dei prezzi. Considerando anche il bonus facciate – 19 miliardi – e gli altri bonus edilizi – 28,9 miliardi – il costo totale per lo Stato a fine 2022 aveva raggiunto 120 miliardi: 37,7 oltre le previsioni. II tutto per lavori che hanno interessato solo I’1% degli immobili residenziali. Intanto, le indagini per truffa sul Superbonus condotte da diverse procure della Repubblica riguardano complessivamente un ammontare di crediti inesistenti pari a 4,4 miliardi.
Sempre di corsa? Ti capisco, ma ho un trucco che può aiutarti a liberare tempo…
La pressione fiscale in Italia è uno degli argomenti più discussi e sentiti sia da…
L’assicurazione auto è una polizza di responsabilità civile che i proprietari di un autoveicolo devono…
Sicuramente avrete sentito parlare della fine del Mondo in termini di città più a Sud,…
Reduce da un enorme successo agli Oscar, Oppenheimer si è portato casa diverse statuette, tra…
Organizzare una cerimonia di matrimonio tradizionale, al giorno d’oggi, può rappresentare una vera e propria…