Il 2023 ha portato novità amare per il tanto amato Superbonus 110%, che ha permesso a molti di ristrutturare casa senza spendere un patrimonio.
Con il cambio di Governo dalla sinistra alla destra, era chiaro che le situazioni che abbiamo conosciuto negli ultimi anni venissero completamente ribaltate. Così sta succedendo anche al Superbonus 110%, il bonus dello Stato – sotto forma di sconto in fattura e cessione del credito – che ha agevolato la ristrutturazione degli immobili.
Sta scoppiando la bufera dopo la decisione, già in parte anticipata, di Fratelli d’Italia di dire addio allo sconto in fattura e alla cessione dei crediti; non ci sta il Movimento Cinque Stelle, che aveva portato avanti il progetto come proprio cavallo di battaglia, insieme al Reddito di Cittadinanza (anche questo smontato dalla Meloni in poche settimane).
In campagna elettorale Giorgia Meloni aveva dichiarato di essere “Pronta a tutelare i diritti del superbonus e a migliorare le agevolazioni edilizie. Sempre dalla parte delle imprese e dei cittadini”. Di fatto, però, i crediti fiscali si sono accumulati al punto da saturare il mercato. E adesso il Premier ha posto un divieto a tutte le pubbliche amministrazioni di acquistarli.
Quelli che rischiano di più sono i costruttori e le imprese edilizie, che hanno accettato appalti forti del fatto di avere il Stato alle spalle, pronto a coprire i costi. Adesso è il caos tra politici e piccoli imprenditori, tutti contro la Meloni, mentre si parla di “danno alle persone meno abbienti” e crollo totale del settore dell’edilizia.
Niente più Superbonus: la decisione del Governo Meloni
In un vecchio video pubblicato su Twitter, l’attuale Premier aveva parlato del Superbonus come una misura con “intenti lodevoli”, ma che aveva mandato in crisi le piccole aziende edili e altrettanti cittadini che hanno fatto affidamento sul superbonus. Per questo FdI aveva annunciato l’intenzione di andare a modificare il decreto Aiuti per aiutare i cittadini, soprattutto “chi è rimasto con crediti fiscali e lavori bloccati”.
Si era parlato dunque di una riforma del bonus, ma non di una sua cancellazione totale, ovvero quanto successo nell’ultimo decreto approvato. In questo modo è stato sancito uno stop totale alla ristrutturazione per quei soggetti che non hanno liquidità immediata a sostenere le ingenti spese. Soprattutto, sono in pericolo le imprese che non possono più cedere i crediti fiscali accumulati.
I partiti di sinistra sono adesso sul piede di guerra; il Pd che tanto aveva supportato l’iniziativa, ha commentato: “Un’altra retromarcia della presidente Meloni che in campagna elettorale aveva promesso il contrario. Un altro decreto che va contro i più deboli”. E ancora Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto al Senato, ha dichiarato: “Siamo passati dal governo del ‘non disturbare chi vuole fare’ a quello che affossa il settore dell’edilizia, cioè uno dei settori trainanti della ripresa economica post Covid. Un vero capolavoro”.