Stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura per quanto riguarda il Superbonus: ecco la decisione del Governo
Arriva la decisione da parte del governo riguardo uno degli aspetti più controversi degli ultimi anni che ha portato ad accuse di sperpero di denaro e scelte sbagliate.
Stiamo parlando, ovviamente, del Superbonus e dei nodi che, pian piano, vengono sciolti con l’obiettivo di prendere una strada precisa sulla continuazione di questa misura per i cittadini. Il governo è infatti al lavoro per prendere decisioni definitive su quello che sarà il futuro del Superbonus e sembra essere arrivato ad una quadra: stop definitivo alla cessione del credito e sconto in fattura. Ecco spiegata nel dettaglio la scelta dell’esecutivo Meloni.
Stop alla cessione del credito per il Superbonus
Svolta in arrivo da parte del Governo Meloni. L’importante decisione riguarda la tanto dibattuta e controversa misura del Superbonus 110% (ora sceso al 90%). In particolare, grande attenzione è stata riservata al tema delle detrazioni fiscali legate al mondo dell’edilizia. A seguito del recente Consiglio dei ministri, è arrivata la deisione di porre fine alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura, vietando inoltre alle pubbliche amministrazioni di acquistare crediti di imposta derivati dalle opzioni di cessione. Questa mossa, sebbene non immediata, sta mettendo la parola fine alla questione della moneta fiscale, ormai considerata obsoleta.
Il nuovo decreto riguarderà tutte le tipologie di bonus edilizi, inclusi il superbonus, il bonus ristrutturazioni, l’ecobonus, il bonus facciate, il sismabonus e il bonus barriere architettoniche. Tuttavia, le abitazioni unifamiliari che hanno già presentato la Cilas prima dell’entrata in vigore del provvedimento saranno ancora in grado di usufruire delle detrazioni. Per quanto riguarda i condomini, invece, si prenderà in considerazione la data in cui è stata concessa la delibera e la Cilas.
Inoltre, per poter usufruire delle detrazioni fiscali per gli altri lavori, servirà aver richiesto il titolo abilitativo o aver già iniziato i lavori precedentemente all’entrata in vigore del decreto. Per quanto riguarda gli acquisti di immobili, si guarderà alla data del preliminare o del rogito. Inoltre, non sarà possibile richiedere le cessioni dei crediti anche per tutti i bonus energia, per la ristorazione, per le imprese turistiche e super Ace. Il governo intende poi eliminare la possibilità di ricorrere alle cessioni di crediti sull’efficientamento energetico degli immobili. Nel decreto si cerca inoltre una soluzione anche per i crediti incagliati, cercando di specificare quali comportamenti escludono la responsabilità di chi acquista.
Enti pubblici e crediti
Un ulteriore freno viene messo sulle operazioni di acquisto di crediti da parte di enti pubblici, come ad esempio le Regioni. Introdotto un divieto nei confronti di Provincie, Comuni, Regioni, ecc. di acquistare crediti fiscali che hanno a che fare con lavori di ristrutturazione. L’unica possibilità di contabilizzazione sarà quella dell’indebitamento, anche se solo in forme molto elevate. Tramonta quindi la possibilità di avere una sorta di “modello Treviso”, la cui provincia aveva annunciato l’acquisto di 14,5 milioni di euro in crediti da due istituti.
Si tratta, dunque, di un vero e proprio freno a mano tirato per quanto riguarda la questione della cessione dei crediti. “Questi hanno prodotto anche benefici per alcuni cittadini – ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti – ma hanno posto in carico a ciascun italiano duemila euro a testa”. Il ministro ha infatti evidenziato come le cessioni del credito senza controllo abbiano avuto risvolti negativi sull’incremento del debito pubblico.