In quali casi va presentato l’ISEE ordinario e in quali l’ISEE corrente: per cosa si differenziano i modelli e quali sono le norme attuali
Sono in tanti a non conoscere la differenza tra Isee ordinario e Isee corrente, la quale consiste nella validità del documento rispetto alla situazione economica e patrimoniale del richiedente e relativo nucleo familiare.
L’Isee ordinario si presenta all’inizio dell’anno e serve a certificare la situazione economica e a richiedere agevolazioni, bonus e aiuti. L’Isee corrente invece rappresenta una specie di aggiornamento dell’Isee ordinario e si fa durante l’anno, nel momento in cui si verificano delle variazioni alla situazione economica reddituale o patrimoniale. Entriamo però nel dettaglio in modo tale da capire quali sono le differenze tra Isee ordinario e Isee corrente 2023.
Specifichiamo subito che la differenza principale tra Isee ordinario e Isee corrente risiede nel tempo e nel motivo di presentazione del modello. L’Isee ordinario va richiesto dal 1 gennaio, attraverso la documentazione prevista dalla legge, per richiedere agevolazioni e sconti. Tali agevolazioni variano in base al reddito complessivo familiare. La validità dell’Isee ordinario è di un anno, pertanto fino al 31 dicembre.
Isee Corrente, chi deve farlo
Per quanto riguarda l’Isee Corrente, è possibile presentarlo in ogni momento dell’anno, in determinati e precisi casi. Si fa questo modello quando ci sono delle variazioni reddituali o patrimoniali del nucleo familiare, che quindi modificano la situazione economica, rispetto a quella dell’Isee ordinario.
Ci sono poi delle ultime novità che sono state approvate. In base a queste da aprile 2023 è possibile presentare un modello Isee corrente 2023 con i valori del patrimonio mobiliare e immobiliare dell’anno precedente. In alcuni casi specifici, per il 2023 il riferimento è all’anno 2021: vediamo di quali casi si tratta.
Il caso principale è una variazione della situazione patrimoniale del nucleo familiare. In altro esempio è il verificarsi di una variazione della situazione reddituale superiore al 25% rispetto a quella presentata con l’Isee ordinario. Ancora una casistica è quella in cui un lavoratore dipendente con contratto a tempo determinato o indeterminato perde il lavoro o subisce una riduzione o sospensione del lavoro.
Ciò avviene anche se un lavoratore autonomo appartenente al nucleo familiare cessa la propria attività in proprio. Ma anche se uno o più membri del nucleo familiari perdono trattamenti assistenziali o previdenziali o eventuali altre indennità percepite. Insomma, è difficile districarsi nella giungla degli ISEE e della situazione patrimoniale: è paradossale perché è una cosa “nostra”, eppure senza qualcuno di esterno che ci dica quale sia la nostra situazione finanziaria ci sentiamo persi. Il consiglio è di affidarsi sempre a un CAF, per il calcolo o anche semplicemente per una consulenza.