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Auto elettriche: un vantaggio per pochi, un danno per molti

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Samanta Airoldi

Dal 2035 stop ad auto a benzina e diesel. Il futuro saranno le auto elettriche. Tuttavia ci saranno anche diversi danni per l’economia.

L’Europa è stata chiara: a partire dal 2035 non potranno più essere messe in commercio automobili a benzina e diesel. Una svolta ecologica dai tempi rapidi che, però, rischia di mettere in ginocchio milioni di italiani.

svantaggi auto elettriche
Auto elettriche un vantaggio per pochi – Ilovetrading

Secondo le prime stime del ministro per le Imprese Adolfo Urso in Italia rischiano di saltare almeno 70mila posti di lavoro. Ma non è questo l’unico problema. Nel nostro paese  esistono circa 23.000 distributori. Se prendiamo una media di sei pompe di benzina ciascuno, il totale fa 138.000 punti di rifornimento. Se confrontiamo i tempi medi di ricarica tra motore a scoppio e auto elettrica il rapporto è di 5 minuti, nel primo caso, contro i 40 minuti per un mezzo elettrico. Per avere la stessa capacità di approvvigionamento di cui godono oggi gli automobilisti italiani si dovranno installare lungo la Penisola almeno un milione di colonnine. A gennaio il numero di punti di ricarica elettrici è arrivato a 36.000 unità e nell’ultimo anno e mezzo ne sono state messe a terra oltre 10.000. È fattibile arrivare al milione? Molto probabilmente non entro il 2035.

I problemi dell’auto elettrica 

Anche se si riuscissero ad installare tutte le colonnine necessarie, c’è comunque un altro problema da considerare: nessuna rete elettrica sostenuta da fonti rinnovabili sarebbe in grado di gestire tali picchi di consumi. Infine, altro aspetto molto poco considerato: la conformazione morfologica dell’Italia che rende impossibile installare colonnine in modo uniforme. Il rischio è, dunque, che solo chi vive in città moderne e di pianura riesca a fare “il pieno” e a spostarsi. Il rischio, insomma, è che solo i ricchi che abitano nelle zone Ztl e che sono dotati di un box auto con tanto di colonnina privata avranno la libertà di spostarsi. Di andare da un punto A a un punto B senza disagio. Magari perché avranno un box con ricarica pure nella casa al mare. Gli altri non avranno a disposizione una presa personale, dovranno fare code di ore probabilmente, o ricorrere a escamotage. Più facile l’opzione dei mezzi pubblici e la rinuncia totale all’auto. Oppure molti italiani saranno costretti a ricorrere al car sharing, dicendo addio all’auto di proprietà.

auto elettriche vantaggio non per tutti
Non ci sono abbastanza colonnine – Ilovetrading

C’è inoltre il tema dei costi di acquisto, di manutenzione e di approvvigionamento. Una Fiat 500 benzina costa mediamente intorno ai 5.000 euro e può tranquillamente vivere una ventina di anni. L’equivalente full electric costa circa il doppio e, salvo si voglia spendere migliaia di euro in una nuova batteria, dura la metà. Perché? Perché l’efficienza delle batterie, ad oggi, è quella. Per questo gli italiani guardano con diffidenza a questa novità tanto sbandierata dalla Ue come un passo doveroso verso il futuro. Nel 2021, nonostante sia stato l’anno di picco, il numero di vetture elettriche immatricolate non ha superato le 70.000 unità. Mentre lo scorso anno il numero è sceso a 49.000.

In Sardegna oggi non ci sono colonnine elettriche. Nelle altre Regioni del Sud molto poche. In Calabria in un anno sono state vendute una dozzina di auto elettriche. Non possiamo prendere a paragone stati come la Germania nei quali il numero di auto elettriche immatricolate è arrivato a quota un milione, con quote di mercato vicine al 50% perché Italia e Germania sono profondamente diverse e per morfologia del.oaesaggio e per  tradizione. Ma soprattutto gli italiani storicamente si impegnano nell’acquisto dell’auto e della casa, perché lo trasformano in un ammortizzatore sociale.

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