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Riscuotere la pensione del defunto: tanti lo fanno ma ecco che cosa rischiano

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Fabiana Coppola

Riscuotere la pensione del defunto si può fare? Ovviamente no, ecco quali sono le conseguenze per chi lo fa

Una di quelle vicende che certamente non possiamo dire capiti a tutti, e tutti i giorni. Riscuotere la pensione di un defunto, di una persona cara che non c’è più. Eppure in molti casi questo avviene e le conseguenze, quando si viene scoperti, sono molto gravi.

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Riscuoti la pensione del defunto? (Ilovetrading.it)

Può sembrare la scena di un film di Aldo, Giovanni e Giacomo, quella in cui si va con il morto a riscuotere la pensione. Nella vita reale però sono tantissime le persone che riscuotono la pensione di un defunto, di una persona cara che non c’è più e che probabilmente ancora non è stata registrata come deceduta. Ma cosa accade se si fa? Quali sono i rischi? Vediamo insieme le conseguenze di un’azione di cui non si deve proprio andare fieri, e per la quale si può rischiare veramente grosso.

Riscuotere la pensione di un defunto: cosa si rischia

Quando si ha il conto corrente cointestato e una delle due persone muore, l’altra può riscuotere la pensione. Ma cosa succede in questi casi? Vediamo cosa dice la legge in merito. Una volta venuto a conoscenza della morte di una persona, l’Inps interrompe l’erogazione della pensione. Ovviamente per far sì che ciò avvenga la morte deve essere dichiarata e per questo che ci sono casi in cui qualcuno continua a percepire il versamento mensile di un altro anche dopo la sua morte.

In questo caso i rischi ci sono eccome. La Corte di Cassazione in merito a questa materia non si è mostrata chiarissima. Fino al 2021 ad esempio riconosceva la colpevolezza del cointestatario del conto. Il reato era passato da truffa aggravata nel 2013 a indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.

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I rischi per la pratica se si prende la pensione di un defunto (Ilovetrading.it)

Dopo il 2021, senza cambiare la normativa, ma analizzando il caso specifico, la Corte ha stabilito l’assenza di responsabilità a carico del cointestatario. Questo perché, la legge impone l’obbligo di dichiara il decesso al Comune e la medico che attesta la morte. L’Anagrafe cittadina poi dovrà trasmettere la notizia all’Inps. Per cui il cointestatario del conto non è obbligato legalmente a comunicare il decesso nemmeno quando si accorge che la pensione continua a essere percepita.

Per questa “falla” nella norma quindi chi percepisce e riscuote la pensione del defunto non commette reato e non rischia nulla. Non ha nemmeno l’obbligo, in quanto non previsto dalla norma, di restituire gli importi. Ovviamente si ha l’obbligo di comunicare il decesso al Comune per cui parliamo di casi rari in cui magari c’è un problema nelle comunicazioni. Nel momento in cui invece c’è malafede nel non comunicare in qualche modo il decesso ovviamente c’è anche il reato. Nella fattispecie dunque la Cassazione può applicare le sanzioni per i reati di truffa aggrava e indebita percezione.

In questi casi in cui volontariamente si raggira l’Inps è prevista una multa da 309 a 1549 euro e la reclusione da 1 a 5 anni. Mentre per l’indebita percezione ai danni dello Stato la reclusione va dai 6 mesi ai 3 anni e la multa arriva a 25mila euro.

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