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TFR e TFS: arrivano le buone novità dall’INPS, verifica subito il nuovo calcolo

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Bruno Galvan

Arrivano novità importanti per quanto riguarda il Trattamento di Fine Rapporto ed il Trattamento di Fine Servizio. Cambiano alcuni dettagli rispetto al passato.

In Italia sono state prorogate gli incentivi per facilitare il turnover nel mondo del lavoro. In attesa di misure strutturali, il Governo ha sostituito quota 102 con 103 e soprattutto Opzione donna. Chiaramente ci sono delle novità rispetto al 2022.

Tfs e Tfr ecco le differenze
Qual è la differenza tra Tfs e Tfr per chi lascia il lavoro – Ilovetrading

Quota 103 potrà essere utilizzata per tutto il 2023 e riguarda i lavoratori che maturano entrambi i seguenti requisiti:

  • 62 anni di età;
  • 41 anni di contributi.

Chi raggiungerà tali requisiti entro il 31 dicembre 2023 potrà esercitare il diritto ad andare in pensione con Quota 103, anche in un momento successivo a questa scadenza.

Questo provvedimento consente, a chi possiede i requisiti per accedervi, di anticipare il momento del pensionamento di cinque anni al massimo, dal momento che nel 2023 il requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia è fissato a 67 anni.

Per andare in pensione con Opzione donna, inoltre, occorre rispettare i seguenti requisiti:

  • anzianità contributiva pari ad almeno 35 anni;
  • 60 anni di età per le lavoratrici senza figli;
  • 59 anni per chi ha un figlio;
  • 58 anni per chi ha due o più figli;
  • 58 anni, indipendentemente dalla presenza o meno di figli, per le dipendenti di aziende in crisi.
Novità Tfr e Tfs, arrivano importanti modifiche
Quali sono le maggiori novità (Credits: Ansa) – Ilovetrading

Quali sono le differenze tra TFR e TFS e chi ne ha diritto

Quando un lavoratore va in pensione ha diritto al TFR ed in alcuni casi anche al TFS. Il TFR è un compenso che spetta ad ogni dipendente quando si conclude un rapporto di lavoro. Al lavoratore dipendente spetta poco meno di un salario mensile per ogni anno di lavoro, un calcolo che viene eseguito prendendo in considerazione la retribuzione annua divisa per un coefficiente di 13,5 e moltiplicata per l’anzianità di servizio. Dopodiché il TFR viene rivalutato tutti gli anni, tenendo conto di una quota del 75% per l’inflazione dell’anno precedente e di un incremento fisso dell’1,5% l’anno su tutto l’importo.

Il TFS (trattamento di fine servizio) rappresenta un’indennità riservata ai dipendenti del settore pubblico, purché assunti prima del 31 dicembre 2000. Per tale indennità bisogna tenere conto dell’80% della retribuzione annua lorda inclusiva della tredicesima, dopodiché è necessario calcolarne una quota di 1/12 e moltiplicare il risultato per gli anni di servizio.

Conviene di più il TFR oppure il TFS?

Dal punto di vista del regime fiscale il TFS ha una aliquota più bassa del TFR ma esclude i lavoratori che lo percepiscono nell’ aderire a qualsiasi tipo di fondo pensione. Inoltre la tempistica per avere il TFS è molto più lunga. In media serve addirittura un anno. Per questo motivo dal 1° febbraio è stata avviata una nuova prestazione INPS, volta a diminuire i tempi di erogazione del trattamento. Questa misura consente di ottenere l’anticipazione del TFS dall’INPS, come dalle banche convenzionate a concedere il credito, a fronte del pagamento dell’1% sul totale dell’importo, insieme a una trattenuta relativa alle spese di amministrazione pari allo 0,50%. In questo modo rispetto al passato si sono velocizzati i pagamenti per i dipendenti pubblici. Tuttavia in Italia andare in pensione resta un sogno. Non è un mistero infatti che l’INPS non viva una situazione facile dal punto di vista economico. Il rischio che le generazioni future non abbiano la pensione resta molto alto.

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