A marzo ci saranno novità. In seguito gli stipendi dei lavoratori subiranno delle variazioni, nel bene e nel male. Vediamo chi ci guadagna.
A marzo sarà messa in atto la riforma fiscale già ampiamente anticipata dal Governo Meloni. Con la riforma degli scaglioni delle aliquote IRPEF, molti stipendi verranno modificati per le tasse che i contribuenti ci pagano sopra. Alcuni potrebbero guadagnarci.
La riforma fiscale che il Governo metterà in atto a marzo andrà a modificare ancora una volta gli scaglioni delle aliquote IRPEF. Diciamo ancora una volta perché la stessa operazione, sebbene con procedimenti e fini diversi, era già stata fatta da Mario Draghi nel 2022. Si va quindi a intaccare nuovamente il numero di scaglioni delle aliquote, che già nel 2022 erano passate da 5 a 4, nel 2023 diminuiranno ancora a 3. Si va quindi verso una graduale uniformazione delle aliquote fiscali per tutte le fasce di reddito, in preparazione, forse all’introduzione ormai inevitabile della flat tax.
Cosa cambia nello specifico? Se fino all’inizio del 2022 le aliquote IRPEF erano divise in 5 scaglioni, oggi gli scaglioni sono soltanto 4, così divisi:
- 23% per redditi fino a 15.000 euro;
- 25% per redditi fino a 28.000 euro;
- 35% per redditi fino a 50.000 euro;
- 43% per redditi superiori a 50.000 euro.
L’intervento di Draghi ha fatto in modo che di due scaglioni mediani precedenti si arrivasse a uno, e ha abbassato il requisito di reddito per il pagamento dell’IRPEF al 43%. Precedentemente, infatti, a pagare con tale aliquota erano i redditi superiori a 75.000 euro. Questo significa che le tasse sono aumentate sensibilmente per i redditi tra 50.000 e 75.000 euro.
Il nuovo sistema fiscale e l’azione sugli stipendi
Il nuovo sistema di Giorgia Meloni funzionerebbe con 3 aliquote anziché 4. Nello specifico gli scaglioni di aliquote si dividerebbero in questo modo:
- 23% per redditi fino a 15.000 euro;
- 27% per redditi fino a 50.000 euro;
- 43% per redditi superiori a 50.000 euro.
Questo che effetto ha sugli stipendi dei lavoratori? Per chi percepisce redditi fino a 15.000 euro, quindi stipendi che vanno da 800 a 1.150 euro al mese, cambia nulla. La mole di tasse da pagare è sempre la stessa. I cambiamenti ce li abbiamo nelle fasce fa 28.000 euro e 50.000 euro di reddito.
Per chi ha un reddito fino a 28.000 euro, quindi fino a 2.150 euro al mese circa di stipendio, gli importi potrebbero ridursi a causa dell’aumento della mole delle tasse. La buona notizia arriva per coloro che hanno un reddito annuo tra 28.000 e 50.000 euro, quindi con uno stipendio tra 2.220 e 3.800 euro al mese, che avranno un deciso abbassamento delle tasse e quindi uno stipendio più alto. Per chi ha redditi superiori a 50.000 euro, invece, le tasse sul reddito rimangono le stesse del 2022.
L’impatto del taglio del cuneo fiscale
A questi calcoli bisogna aggiungere anche il taglio del cuneo fiscale. Si tratta comunque di una manovra che agisce sulla mole di tasse da pagare sugli stipendi dai lavoratori. Il taglio delle tasse avverrà nella misura del 3% su tutti i redditi fino a 25.000 euro, mentre da 25.000 euro a 30.000 euro di reddito rimarrà il taglio già operato da Mario Draghi del 2%. Questo permetterà agli stipendi di aumentare, sebbene di pochissimo ogni mese.