Attenzione perchè molti fanno confusione tra questi due fondamentali strumenti di difesa dall’inflazione. Solo uno ti conviene!
Oggi gli italiani cercano di capire dove mettere i propri risparmi. Infatti la fortissima inflazione sta erodendo i risparmi ad un ritmo impressionante. Per tanti anni l’inflazione è stata molto bassa e quindi tenere i soldi sul conto non era una cattiva idea.
Ma nel 2022 l’inflazione ha raggiunto una fiammata che non si vedeva da anni e di conseguenza per i risparmi è arrivata una vera e propria stangata. Oggi gli italiani hanno due grandi alternative per investire i propri risparmi. Una è quella garantita dai titoli di stato mentre l’altra è quella dei buoni fruttiferi postali.
Un po’ di chiarezza
Molti italiani sono confusi rispetto a questa alternativa e così in questo articolo cercheremo di fare un po’ di chiarezza. Innanzitutto bisogna dire subito che c’è una differenza abissale tra investire nei titoli di stato oppure nei buoni fruttiferi postali e invece investire in borsa. Infatti investire in titoli di stato o in buoni fruttiferi postali significa investire in qualche cosa di garantito dallo stato, mentre investire in borsa significa mettere il proprio capitale a rischio. Infatti sui soldi investiti in buoni fruttiferi postali e anche sui soldi investiti nei buoni del tesoro c’è sempre la garanzia dello Stato.
Tante cose in comune
Un’altra cosa che hanno in comune i buoni fruttiferi postali e i titoli di stato è il fatto che la tassazione è agevolata. Infatti la plusvalenza viene tassata soltanto al 12,5% mentre invece sugli strumenti finanziari di solito la tassazione è al 26%. Tra l’altro i buoni fruttiferi postali e i titoli di stato sono anche esenti dall’imposta di successione. Ovviamente ci sono anche delle differenze.
Infatti i buoni fruttiferi postali non hanno dei costi di sottoscrizione di gestione e di rimborso finale. Invece per i titoli di stato ci sono le commissioni di compravendita e poi c’è anche bisogno di aprire un dossier titoli e di conseguenza ci sono delle spese in più.
Le grosse differenze pratiche
Ma forse la differenza pratica più grossa tra i buoni fruttiferi postali e i titoli di stato e che i buoni fruttiferi postali possono essere a disposizione del correntista in qualunque momento. In sostanza se un italiano sottoscrive dei buoni fruttiferi postali ha la certezza di potersi riprendere il capitale durante l’intero periodo dell’investimento.
Questo significa che se il cittadino ha una necessità particolare prima della scadenza ha sempre la possibilità di avere il rimborso integrale del capitale che ha versato. Probabilmente perderà gli interessi o parte degli interessi. Infatti gli interessi vengono versati di norma a scaglioni temporali.
Come devi valutare
Quindi se un italiano avesse bisogno di soldi può sempre avere il capitale versato nei buoni fruttiferi postali ma probabilmente perderà parte degli interessi. Invece per quanto riguarda i titoli di stato si possono avere i soldi soltanto alla scadenza.Ma eventualmente il titolo può essere anche rivenduto ma ci si sottopone alle dinamiche di mercato e quindi tranquillamente nel momento in cui si rivende il titolo di stato per poter monetizzare si potrebbe avere di più di quanto investito ma anche di meno.
Ma il vero vantaggio dei titoli di stato è che i rendimenti sono più ricchi e sono periodici. Infatti i rendimenti sui titoli di stato mediamente sono più ricchi rispetto a quelli sui buoni fruttiferi postali e quindi da questo punto di vista sono vincenti. Come si può notare insomma ci sono pro e contro sia per uno strumento che per l’altro e quindi è importante valutare in base alle proprie concrete esigenze.