Cambia tutto per l’assegno di mantenimento. E’ in atto una nuova normativa che spaventa i diritti interessati: cosa succede nel dettaglio.
Una novità nell’assegno di mantenimento che preoccupa per le conseguenze se non viene messa in atto. Il grande cambiamento prevede regole dure, andiamo a vedere nel dettaglio di cosa si tratta.
L’assegno di mantenimento, una prestazione che viene data al coniuge in disparità economica al momento della separazione, cambia totalmente. E’ una prestazione dovuta, pur sempre un’entrata economica, e in quanto tale dovrà essere dichiarata. Il coniuge che ha più forza economica dovrà infatti corrispondere un assegno mensile all’altro con un reddito inferiore. Si chiama assegno di mantenimento proprio perché questi soldi serviranno al coniuge in difficoltà a “mantenersi”, magari in attesa di trovare un lavoro.
Assegno di mantenimento: le novità
L’assegno di mantenimento, detto anche divorzile nel momento in cui si passa dalla separazione al divorzio, dovrà essere dichiarato in quanto rappresenta pur sempre un reddito percepito. Al pari di tutti gli altri redditi percepiti quindi dovrà essere inserito nella dichiarazione dei redditi. Ma cosa succede se questo non viene fatto? Ci sono delle conseguenze, degli obblighi, ma chiaramente non riguardano tutti. Vediamo meglio.
Se al momento della separazione viene stabilito un assegno di mantenimento per il coniuge in difficoltà economica, questo deve essere corrisposto dal coniuge più forte economicamente ogni mese. L’importo della prestazione può cambiare nel tempo e soprattutto il giudice può essere chiamato in causa per stabilire se questo debba essere dato o meno. Un coniuge infatti potrebbe nel tempo trovare un lavoro o percepire in qualche modo un reddito tale da rendersi economicamente autonomo e non percepire più l’assegno di mantenimento.
Quando dichiarare l’assegno di mantenimento
L’ex coniuge che percepisce l’assegno di mantenimento deve comunque dichiararlo quando presenta la dichiarazione dei redditi, anche quando l’importo è basso perché, secondo la legge, è pur sempre un reddito percepito. Non è obbligatorio solo in alcuni casi: ad esempio se l’assegno ha natura alimentare e quindi se si tratta dell’assegno dovuto ai figli, non viene equiparato al reddito. Se invece si tratta di un assegno di mantenimento dovuto all’ex coniuge, deve essere dichiarato.
L’ex coniuge che eroga l’assegno, lo riporterà nella dichiarazione dei redditi per le deduzioni fiscali per cui l’Agenzia delle entrate può, con un controllo incrociato, accorgersi se l’altro ex coniuge non lo ha dichiarato. Cosa accade in questo caso?
Poiché l’assegno di mantenimento rappresenta un reddito, viene tassato. Omettendo tali somme l’ex coniuge compie un reato di evasione fiscale e quindi un illecito tributario. L’accertamento può avvenire entro 5 anni, partendo dal 31 dicembre dell’anno successivo rispetto a quando è stato percepito. Possono scattare quindi sanzioni economiche. Se non si versano le imposte sui redditi non dichiarati viene emessa una cartella esattoriale dunque le conseguenti operazioni di pignoramento. La tassazione non scatta solo se l’ex coniuge ha un reddito molto basso. In quel caso non c’è alcuna punizione in quanto non sarebbe comunque scattata alcuna tassazione per una dichiarazione dei redditi bassa.