La pirateria è un crimine tra i più odiosi. Che genera anche gravi danni all’economia. Chi viene beccato rischia grosso
“Nella lotta alla pirateria l’Italia può fare da apripista e diventare un modello per l’Europa”. Lo ha detto Federico Bagnoli Rossi, presidente della Federazione per la tutela delle industrie dei contenuti audiovisivi e multimediali- Fapav. La pirateria è un crimine tra i più odiosi. Che genera anche gravi danni all’economia. Adesso, però, arriva un forte giro di vite su questo aspetto.
La crisi pandemica ha generato una reazione importante e positiva da parte di tutte le industrie dell’audiovisivo e dei contenuti culturali e di intrattenimento che hanno scelto di fare sistema e procedere compatti sul tema fondamentale della tutela del diritto d’autore.
In Italia manca però una legge che chiarisca tutto una volta per tutte, come sottolinea la stessa Fapav. Per i più, un nuovo impianto normativo è fondamentale considerando che nell’audiovisivo la perdita diretta di fatturato legata all’illegalità viaggia intorno a 1 miliardo di euro l’anno che, se si somma alla perdita indiretta, arriva a oltre 1,7 miliardi di euro. E ben 10mila posti di lavoro a rischio. Ora, però, la stretta.
Giro di vite contro i furbetti
Quando parliamo di pirata digitale non possiamo riferirci solo al singolo individuo che infrange le norme sul diritto d’autore, perché dietro al fenomeno illegale operano vere e proprie mentalità criminali con l’unica finalità di fare business. Non dimentichiamo infatti, le Iptv (Internet Protocol Television) illegali, da considerare veri e propri reati informatici. Proprio su questo tema, sembra arrivare la stretta decisiva. Finalmente.
La tecnologia IPTV è in grado di garantire al pubblico un ticket unico che prevede l’accorpamento di eventi ed esclusive da pay tv quali DAZN, Sky ed Amazon Prime Video. Fondamentale, per esempio, in questo periodo dove, al campionato di serie A, si aggiungerà il ritorno della Champions League e delle altre coppe europee che coinvolgono le squadre italiane.
E proprio in questo periodo, stando a quanto trapela, i controlli saranno ancora più stringenti, in modo tale da non dare scampo ai furbetti, che trasmettono canali ed eventi senza permesso (e, ovviamente, con la possibilità per gli utenti di guardare tutto senza pagare). I trasgressori che si affidano all’IPTV ora rischiano una multa sino a 30mila euro o persino la galera sino ad un massimo di tre anni per i casi di recidiva.