Giorgia Meloni e bin Salman, un incontro che fa discutere. Sembra di essere ritornati ai tempi di Matteo Renzi e dei suoi viaggi in Arabia.
Un viaggio in Arabia Saudita. La ricerca di risorse energetiche che non provengano più dalla Russia, spingono verso nuove terre. A volte l’importanza del fine da raggiungere fa chiudere occhi, orecchie e naso. E si incontrano personalità…discutibili.
Giorgia Meloni e bin Salman, ovvero petrolio “non olet”
Bin Salman e l’Arabia Saudita. Sembra davvero un film già visto. Tornano in mente gli accesi dialoghi, diretti o a distanza, tra il leader di Italia Viva, ex Partito Democratico, il senatore, Matteo Renzi e il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio. I viaggi del senatore in Arabia Saudita, le sue consulenze d’oro nelle Stato simbolo di un “Nuovo Rinascimento”. Ma non soltanto, purtroppo.
Tutta la polemica ruotava intorno alla figura del principe ereditario Mohammed bin Salman, accusato di essere il mandante dell’omicidio del giornalista, Jamal Khashoggi. Personaggio quindi sempre particolarmente attenzionato dai media, così come le personalità politiche che lo incontrano. Non poteva certo passare inosservato l’incontro che la nostra premier, Giorgia Meloni, ha avuto nei giorni scorsi con il principe saudita.
Il governo Meloni, fin dai suoi esordi, ha continuato ad intrattenere rapporti con paesi come Egitto, Algeria e Libia alla cui guida vi sono dei dittatori riconosciuti. I diritti umani possono attendere soprattutto quando in gioco vi sono degli accordi che toccano, da un lato, i rifornimenti energetici e all’altro il contrasto contro l’immigrazione clandestina che prende il via all’Africa.
L’area del Golfo persico è un’area a cui Roma guarda con grande interesse. L’affrancamento energetico da Mosca spinge a volgere lo sguardo anche verso la Penisola Araba. Ma non di solo petrolio vive l’Italia. Sembra che anche altri affari leghino il nostro paese al principe Mohammed bin Salman. Quali?
Altri affari
Sembra che gli interessi che legano Italia ed Arabia Saudita non riguardino soltanto l’approvvigionamento energetico ma vadano molto più…su. Il 27 gennaio scorso il capo di Stato maggiore ella Difesa saudita, Fayya bin Hame al Ruwaili ha incontrato il ministro della difesa, Guida Crosetto e hanno affrontato il discorso su come “rafforzare la cooperazione di Difesa e militare. per tale motivo il capo di stato maggiore saudita a visitato anche Fincantieri e Leonardo, dove ha avuto modo di visionare alcuni “gioielli” militari particolarmente graditi.
Si parla infatti di “un ordine” di 48 caccia Eurofighter Typhoon prodotti anche da Leonardo. Interpellata da Il Fatto Quotidiano, Fincantieri ha inteso sottolineare come l’incontro con il capo di stato maggiore saudita rientrasse all’interno di una visita di natura istituzionale coordinata dal ministero della difesa italiano. Il che indurrebbe a pensare che sia lo stesso esecutivo guidato da Giorgia Meloni a spingere nella direzione che porta in Arabia Saudita alla ricerca di accordi commerciali nell’ambito della Difesa. E proprio su tale argomento vi è un attacco diretto al governo da parte del Movimento 5 Stelle.
Il Movimento 5 Stelle accusa il governo guidato da Giorgia Meloni di vendere armi al regime saudita di Mohammed bin Salman. Lo annunciano in una nota congiunta i capigruppo M5S delle Commissioni Esteri di Camera e Senato, Arnaldo Lomuti e Raffaele De Rosa, come ci informa globalist.it.