Con l’arrivo del nuovo anno cambiano molte regole riguardo l’indennità di disoccupazione. Ecco che cosa cambia
A causa degli strascichi della pandemia e con lo scoppio della guerra, il nostro Paese (così come tanti altri) è stato colpito da una pesante crisi economica. Nonostante questo, però, sempre più lavoratori stanno scegliendo di abbandonare il loro lavoro.
Alla luce di questo fenomeno in crescita, molte persone sono alla ricerca di informazioni sulle nuove regole 2023 riguardo l’indennità di disoccupazione. Lasciare il proprio lavoro e affrontare un periodo di ricerca potrebbe essere duro, ed è infatti per questo che è importante conoscere i dettagli dell’indennità di disoccupazione e come questa possa aiutare i lavoratori in transizione.
Quando si decide di lasciare il proprio posto di lavoro con l’intenzione di cercarne uno nuovo è importante tenere a mente alcune cose. Una delle cose principali da fare, ovviamente, è quella di rassegnare le proprie dimissioni, comunicando la sua scelta volontaria di lasciare il posto di lavoro. In questo modo, sia il lavoratore che il datore di lavoro ha delle garanzie ufficiali riguardo questa procedura. Non tutti sanno, però, cosa prevede la legge in occasione di questo avvenimento, ecco quindi le nuove regole 2023 riguardo l’indennità di disoccupazione.
Per prima cosa è importante specificare che chi rassegna le dimissioni non ha diritto a ricevere l’indennità di disoccupazione Naspi. Questa misura è pensata solo in caso di perdita di lavoro involontaria, oltre ad aver maturato circa 13 settimane di contributi durante gli ultimi due anni e aver fatto almeno 30 giorni di lavoro effettivo durante l’ultimo anno. Ma ci sono casi in cui la Naspi può essere erogata anche nei casi in cui il lavoratore decida di licenziarsi.
Sebbene, nella maggior parte dei casi, il diritto alla Naspi è previsto solo per quei lavoratori che incorrono in nella fine del lavoro per cause involontarie (come ad esempio il licenziamento), è possibile che questa misura venga erogata anche in casi diversi da questo. In particolar modo, il lavoratore che decide di lasciare il posto di lavoro per giusta causa potrebbe ricevere comunque l’indennità.
Possono esserci casi in cui un lavoratore decida di licenziarsi per giusta causa. Questo avviene in casi di mobbing, ritardo o mancato pagamento della retribuzione; omesso versamento dei contributi; molestie sessuali subite sul posto di lavoro; comportamento ingiurioso del superiore; spostamento del lavoratore da una sede all’altra senza motivi giustificabili, ecc.
Quindi, anche se non viene riconosciuta l’indennità di disoccupazione per un licenziamento volontario, il lavoratore dipendente ha comunque diritto al Trattamento di Fine Rapporto in caso di licenziamento per giusta causa. Nonostante l’atto di licenziarsi in modo volontario può essere una scelta difficile, è comunque importante conoscere i propri diritti e le opportunità per assicurarsi un futuro finanziario stabile, prendendo sempre in considerazione quelle che sono le possibilità offerte dalla legge e valutando sempre con attenzione ciò che è meglio per la propria salute e per il proprio futuro.
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