Nel 2024 arriverà con una nuova ondata di aumenti per i pensionati. Un nuovo aumento atteso in virtù dell’aumento ulteriore dell’inflazione.
Un adeguamento quanto mai necessario dopo la toppa, purtroppo solo parziale, messa al problema del potere d’acquisto nel 2023.
Nel 2023 c’è già stato un aumento rispetto al passato per quanto riguarda gli assegni pensionistici. L’aumento è dovuto alla rivalutazione del 7,3% anticipata dal governo Draghi e messa in atto dal Governo Meloni che avrebbe dovuto pareggiare la spinta contraria dell’inflazione, che ha diminuito di molto il potere d’acquisto dei lavoratori. A posteriori, dopo la prima mensilità aumentata di febbraio, possiamo dire che questo aumento abbia funzionato solo in parte. In primis perché un aumento del 7,3% delle pensioni non si può considerare pari a un tasso di inflazione attualmente al 10%, ma che al suo peggio ha sfiorato il 12%. In secundis perché l’aumento è stato applicato in maniera diversa a seconda del reddito della persone. Per farla breve, più il reddito di una persona è alto, minore è la percentuale di aumento che viene applicata.
In alcuni casi ci sono state delle lamentele di pensionati che nel 2023 si sono lamentati di un assegno inferiore rispetto a prima, perché contemporaneamente sono aumentate anche alcune tasse. L’ISTAT ha recentemente dichiarato qual è il tasso di interesse calcolato per il 2022, pari all’8,1%. Questo significa per le pensioni dovrebbero essere aumentate già da ora, ma visto che il calcolo degli importi degli assegni contributivi è già stato fatto, questo aumento sarà retroattivamente corrisposto solo l’anno prossimo. Per gennaio 2024 si prepara un conguaglio per riconoscere gli aumenti non riconosciuti nel 2023, pari alla differenza tra il tasso di rivalutazione applicato e l’effettivo tasso di inflazione.
Aumenti retroattivi 2024, conguagli dello 0,8%
Questo significa che la prima pensione di gennaio 2024 sarà particolarmente ricca per tutti. In sostanza si farà la somma di tutti i soldi mancanti dalle pensioni del 2023, considerando che è stato tagliato fuori uno 0,8% dell’importo da ogni mensilità. La somma totale risultante da questo calcolo sarà aggiunta come conguaglio alla mensilità di gennaio 2024 come aumento retroattivo per le pensioni del 2023. Anche questo aumento, tuttavia, risentirà degli stessi problemi di cui ha risentito la rivalutazione 2023.
In particolare si applicherà anche per questo aumento retroattivo le stesse regole che si sono applicate con la divisione degli aumenti della rivalutazione 2023. Come anticipato, la rivalutazione del 7,3% delle pensioni 2023 non si applicano a tutti nello stesso modo. In base al reddito della persone, si applicano diverse percentuali dello stesso aumento:
- 100% della rivalutazione per gli assegni fino a 4 volte l’assegno minimo INPS, pari a 2.100 euro lordi al mese;
- 85% della rivalutazione per gli assegni fino a 5 volte l’assegno minimo INPS, pari a 2.626 euro lordi al mese;
- 53% della rivalutazione per gli assegni fino a 6 volte l’assegno minimo INPS, pari a 3.150 euro lordi al mese;
- 47% della rivalutazione per gli assegni fino a 8 volte l’assegno minimo INPS, pari a 4.200 euro lordi al mese;
- 37% della rivalutazione per gli assegni fino a 10 volte l’assegno minimo INPS, pari a 5.250 euro lordi al mese;
- 32% della rivalutazione per gli assegni superiori a 10 volte l’assegno minimo INPS.
Riconoscimento degli arretrati, a quanto ammonteranno gli aumenti?
Questa stessa logica si applicherà anche agli aumenti del 2024. Questo significa che in alcuni casi l’aumento sarà solo parziale, con quello 0,8% di aumenti che finirà per essere meno un terzo del totale. A questo però occorre aggiungere che nel 2024 sarà aggiunta la nuova rivalutazione per il tasso di inflazione 2023, che verrà stimato a novembre. Ci si aspetta, quindi, un ulteriore aumento oltre a quello retroattivo della rivalutazione.