Nessuno è felice quando arriva il momento di pagare le tasse, c’è però un caso in cui questo obbligo può essere finalmente ben accolto.
Ci troviamo spesso nella condizione di affermare che il nostro governo ci tartassa con le tasse e quando si scopre che ce n’è una nuova in arrivo ci mettiamo le mani nei capelli. Ora, però, si sta verificando qualcosa di diverso.
Nell’ultimo discorso di fine anno il nostro Presidente della Repubblica si è appellato al senso civico delle persone ricordando che pagare le tasse fa funzionare la nazione. Ma quale altro tipo di spesa si è aggiunta o sta per aggiungersi a quelle già presenti?
Come ci ha recentemente ricordato il Presidente Sergio Mattarella le tasse, anche se “odiate”, fanno parte della nostra vita di cittadini responsabili. Non tutte le innovazioni, però, quando si tratta di tirar fuori i soldi, sono ben accette, soprattutto in quest’ultimo periodo in cui le famiglie sono schiacciate da molteplici rincari.
Nonostante si stia procedendo a cercare di alleggerire la pressione fiscale tutto ciò che riguarda ulteriori spese e simili che possono verificarsi viene guardato con un certo sospetto. Ma questa volta sulle spalle di chi grava l’imposta?
La tassa di cui si parla è quella sulle bevande zuccherate che è già in vigore nel Regno Unito dal 2018. In questo Paese, dopo alcuni anni, si possono constatare gli effetti positivi della decisione presa dal loro governo che disincentiva il consumo di questo tipo di drink. Stando a una ricerca pubblicata su Plos Magazine dopo l’introduzione di questa riforma si è assistito a una diminuzione dei casi di obesità dell’8% tra le bambine di 10-11 anni e del 9% in altri gruppi di piccole provenienti da zone svantaggiate. Questo grave problema, per certi versi, ancora un po’ troppo sottovalutato da alcune persone, colpisce la popolazione adulta e quella infantile. Secondo i dati raccolti di recente dalla Sip, la Società italiana di Pediatria, l’Italia risulta essere uno dei Paesi in cui il tasso di obesità infantile è più elevato.
Al peso eccessivo si associa un aumento del rischio di diabete di tipo II, di ipertensione e persino maggiori probabilità di soffrire di depressione durante l’infanzia o in seguito. A ogni modo l’idea inglese è stata quella di far pagare i produttori tramite una riscossione di 20 centesimi di Euro per le bevande con più di 100 grammi di zucchero ogni 100 millilitri e ben 27 centesimi di Euro per quelle con più 8 grammi di zucchero ogni 100 millilitri. Attualmente, nel nostro Paese l’applicazione è stata rimandata al 1 gennaio 2024.
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