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Il Fisco dal volto umano. Un cambiamento epocale

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Stefano Vori

Il Fisco dal volto umano, un sogno o il tentativo da parte dell’esecutivo di Giorgia Meloni di un cambiamento che segnerebbe una rivoluzione?

Lo Stato e il suo naturale bisogno di soldi. Le tasse come strumento per reperire  risorse per i servizi ai cittadini, almeno sulla carta. La tregua fiscale fortemente voluta dall’attuale ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini e invocata durante i comizi elettorali in vista delle elezioni politiche del 25 settembre 2022, è ormai realtà.

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Il Fisco dal volto umano (I Love Trading)

Ancora qualche dettaglio e partirà. Ma il Fisco vuole, e deve andare oltre. E chi oggi ricopre un ruolo importante all’interno dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, ha le idee chiare su come debba essere un Fisco equo e giusto. Iniziando magari a fornirgli un aspetto più umano. Chi è questo importante componente del governo e come intende attuare questo grande cambiamento?

Il Fisco dal volto umano. Sogno o realtà possibile?

Cambiare il Fisco, modificare l’approccio nei confronti dei contribuenti. Non più il volto duro, spietato, magari forte con i deboli e debole con i forti, ma un Fisco che sappia fare le dovute distinzioni, perché non tutti gli insolventi sono uguali. Maurizio Leo, viceministro dell’Economia e delle Finanze, deputato di Fratelli d’Italia, lavora alla stesura della legge delega. Alcune sue parole sono estremante interessanti poiché costituiscono una sorta di linea guida che il governo di centro-destra intende perseguire in tema di profondo cambiamento del Fisco. Soprattutto nel suo rapporto con i contribuenti.

Dice Maurizio Leo: “Va colpita la frode, non chi omette un versamento magari per ragioni di necessità, e l’evasione va combattuta prima che si realizzi“, queste le sue parole come riportate dal quotidiano torinese, La Stampa. Un chiaro riferimento, quello del viceministro dell’Economia e delle Finanze, alle sanzioni amministrative e penali. La strada appena imboccata dal nuovo esecutivo di centro-destra, uscito trionfatore dalle ultime elezioni, è una strada che dovrà portare, almeno nelle intenzioni, ad una profonda riforma del sistema fiscale. La sfida più difficile riguarda, senza dubbio, l’Irpef.

Il passaggio da quattro a tre aliquote rappresenta una scoglio durissimo, molto di più di quanto la semplice enunciazione possa far intendere. Per questo complesso passaggio si stanno facendo le simulazioni necessarie. Ovviamente spetterà al Governo valutare come e quanto tale modifica sia compatibile con il quadro di finanza pubblica. Ed in tale contesto non poteva mancare per il viceministro una domanda sulla rottamazione delle cartelle. Se davvero sarà l’ultima rottamazione che un governo  metterà in atto. Ecco la sua risposta.

La rottamazione delle cartelle

Tanto si è parlato e discusso della tregua fiscale attuata dal governo di Giorgia Meloni. Lo stralcio delle cartelle pari a 18 miliardi di debiti a 7 milioni di contribuenti fanno venire l’orticaria a chi ha sempre pagato le tasse fino all’ultimo centesimo. Una tregua che sa di condono. Il viceministro Maurizio Leo non può che difendere la scelta del governo e ribadisce come la tregua fiscale non possa considerarsi un condono.

Calcolatrice
Il Fisco dal volto umano (I Love Trading)

Ribadisce infatti come vi sia un arretrato di oltre 1100 miliardi di euro di cartelle esattoriali, di cui la metà non può essere più nemmeno richiesta poiché riguarda soggetti defunti o nullatenenti. Non più rincorrendo chi non pagherà mai, ma cercando di recuperare qualcosa dove possibile. Il Fisco vuole cambiare. La speranza è che cambi anche il suo volto.

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