Il 2023 si apre con una mossa inaspettata per il mercato delle auto: comprare una macchina potrebbe costare molto meno, ecco perché.
Rivoluzione in atto nel mercato automobilistico: in epoca pre-Covid abbiamo assistito ad un generale abbassamento dei prezzi per via della sovrapproduzione che caratterizzava in quel periodo l’industria del settore, ma negli ultimi mesi tale scenario è drasticamente cambiato.
Secondo quanto osserva il Centro Studi rilevazioni Fleet&Mobility, l’imporsi delle auto elettriche, tra ibride, plug-in e full electric, ha causato un notevole innalzamento dei listini in Italia. Oggi il mercato italiano, sempre più dominato dal trend alla demolizione, ha raggiunto un valore di 35 miliardi di euro con una riduzione dei pezzi al di sotto di 1,3 milioni. A metà gennaio però una specie di terremoto ha sconvolto l’intero sistema e non parliamo solo dell’Italia: l’inaspettato taglio dei listini da parte di una multinazionale statunitense ha ribaltato il tavolo aprendo scenari che è difficile prevedere.
A capovolgere la situazione in modo del tutto imprevisto è stata Tesla, l’azienda statunitense specializzata in auto elettriche, stoccaggio energetico e pannelli fotovoltaici. Il leader nella produzione di questo tipo di vetture sta causando non pochi grattacapi alla concorrenza, visto che ha drasticamente ridotto i prezzi delle sue auto. Attualmente Model 3 parte da 45.000 euro invece di 57.500 euro, ben 12.500 euro in meno! Il costo di Model Y è diminuito invece di 5.000 euro: è passato infatti da 49.990 euro a 44.990 euro.
Una mossa che non trova d’accordo Luca De Meo, amministratore delegato di Renault e presidente in carica di Acea, associazione dell’industria automobilistica europea. Secondo il dirigente milanese, le case automobilistiche devono avere un buon livello di profitto sulle auto elettriche i cui costi di produzione sono notevoli. In caso contrario, l’industria ne risulterebbe danneggiata.
Il presidente di Acea non vede in tali ribassi dei prezzi una reale riduzione dei costi, alla luce dell’aumento dei prezzi dei materiali delle batterie. De Meo spiega che sono le materie prime a costare l’80% del prezzo della batteria, mentre quest’ultima costituisce il 40% del costo di un’auto nuova.
Finora solo le cinesi Xpeng e Seres e la Ford negli Stati Uniti hanno risposto alla dichiarazione di guerra di Tesla: le prime hanno annunciato tagli ai listini del 10-13%, mentre l’azienda americana fondata a Dearborn sta cercando di aumentare la produzione del suo Suv elettrico, cercando però di farlo restare “competitivo in un mercato in rapida evoluzione’’, spiega Marin Gjaja, Chief Customer Officer del business delle vetture elettrici.
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