Non ci sono buone notizie per molte famiglie. Ecco chi dovrà restituire i soldi presi dall’Assegno Unico 2023
A partire dal mese di marzo 2022 le famiglie hanno potuto godere di quello che viene chiamato “Assegno Unico Familiare”. Si tratta di un’agevolazione unica che ha riunito una molteplicità di misure a favore di quei nuclei familiari in cui vi sono figli a carico.
Purtroppo, però, non sembrano esserci buone notizie per quanto riguarda la percezione del sostegno economico da parte di numerose famiglie italiane. A quanto pare, infatti, esiste una sorta di vizio di forma a cui non tutti, in fase di presentazione della domanda, hanno fatto attenzione. Ecco, quindi, chi dovrà restituire i soldi presi dall’Assegno Unico 2023 e come funzionerà questo procedimento.
Chi deve restituire i soldi dell’Assegno unico
Proprio in questi giorni si è diffusa la notizia dell’esistenza di un cavillo riguardo quella che è la richiesta di percezione dell’Assegno Unico. Si tratta di un elemento importante in quanto farebbe perdere il diritto da parte del richiedente, il quale si ritroverà a dover restituire i soldi dell’Assegno. Stiamo parlando di quelle famiglie con figli a carico e composte da un solo genitore. A partire da novembre 2022 questi beneficiari hanno iniziato a vedere ridursi l’importo della quota mensile, fino a 30€.
Secondo quanto stabilito dalle normative in vigore, ben presto questi genitori potrebbero trovarsi a dover restituire una cifra che potrebbe arrivare anche fino a 210€ per ogni figlio. Questo perché è stato riconosciuto un sostegno aggiuntivo alle famiglie che, a causa di un impegno lavorativo, devono necessariamente richiedere il sostegno della figura del baby sitter, o simili. Si tratta, infatti, di un servizio privato a pagamento il cui costo si va ad aggiungere a tutti gli altri relativi all’aumento dei prezzi in tutti i settori economici.
All’interno del decreto legislativo n.230/2021 viene infatti riconosciuta una maggiorazione di 30€ al mese per ogni figlio minore per i nuclei familiari in cui entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro. Questo è possibile, però, solo se lo stesso nucleo familiare ha un Isee inferiore a 15.000 euro. L’importo extra viene ridotto in maniera progressiva se la famiglia ha un Isee superiore ai 15.000€ e si annulla del tutto in caso di Isee maggiore di 40.000€.
Cosa bisogna aspettarsi
Dunque, l’Inps ha deciso di riconoscere l’aumento degli importi mensili soltanto per quelle famiglie nelle quali sono presenti tutti e due i genitori. È proprio per questo che chi deve restituire i soldi delle maggiorazioni dell’Assegno unico saranno molto probabilmente quei nuclei familiari in cui vi è solo un genitore. Si tratta di quelle famiglie che hanno percepito l’importo maggiorato durante i primi mesi del 2022.
Pr queste famiglie, quindi, è previsto l’arrivo di una richiesta di restituzione degli importi già erogati. Tuttavia, si tratta di un cavillo che nel modulo di richiesta di sostegno economico non era presente. A fare confusione è stato lo stesso istituto previdenziale, il quale ha erogato gli importi e molto probabilmente adesso li dovrà chiedere indietro.