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INPS: la pretesa di restituzione di soldi erogati per sbaglio è legittima ma a due condizioni

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Enrico

Può succedere che l’Inps chieda il rimborso di erogazioni di denaro non dovute. Ecco tutti i diritti e le tutele per il cittadino. 

Capita più spesso di quanto si immagini che l’Inps, accortasi di aver erogato denaro per sbaglio, rivoglia indietro le somme non dovute. Una situazione che ovviamente crea disagio e difficoltà ai cittadini interessati. Anche perché non sempre la colpa è del contribuente.

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Inps, solo in due casi devi restituire i soldi: ecco quali (Ilovetrading.it)

Di solito queste situazioni riguardano gli aiuti erogati in base al reddito, e dunque le prestazioni assistenziali, di cui beneficiano soprattutto persone con invalidità o anziani in difficili condizioni economiche. Con tutte le spiacevoli conseguenze che è facile immaginare.

Come comportarsi se l’Inps chiede indietro i soldi

Inutile girarci intorno: l’Inps ha tutto il diritto di chiedere la restituzione delle somme erogate per un errore. Ma il cittadino può comunque invocare una serie di tutele. A partire dal fatto che l’istituto è obbligato a tener conto anche delle sue possibilità economiche e non può pretendere restituzioni di cifre che sono molto al di sopra delle sue possibilità (principio tra l’altro sancito dalla Corte europea dei diritti dell’uomo).

La Corte Costituzionale ha inoltre richiamato gli articoli 1175 e 1337 del Codice civile, che impongono di verificare la buona fede del contribuente. E c’è una differenza tra prestazioni assistenziali e previdenziali. Ma in questi casi pesano anche il carattere ordinario dell’attribuzione e la durata dell’erogazione (se è stata garantita per lungo tempo, ha oggettivamente potuto convincere il contribuente che fosse dovuta).

Non è tutto. La Corte Costituzionale ha imposto all’Inps altri due paletti nella pretesa della somme erogate per errore: il dovere di rateizzare quanto richiesto in restituzione, tenuto conto delle condizioni economico-patrimoniali della persona che ha ricevuto indebitamente le somme e che si trova improvvisamente costretta a restituire dei soldi che riteneva di aver legittimamente ricevuto; l’impossibilità di richiedere le somme versate indebitamente (in modo temporaneo o parziale) al debitore che si trova in situazioni di disagio economico.

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Erogazioni Inps (Ilovetrading.it)

C’è poi da aggiungere che il cittadino che ha ricevuto in buona fede le somme per le quali l’Inps chiede la restituzione può anche pretendere un risarcimento del danno, una volta accertato che la responsabilità dell’errore può essere addebitata interamente all’istituto. In particolare, se si riceve un importo più alto della pensione per un errore dell’istituto i soldi non vanno restituiti nei seguenti casi:

  • le somme sono state riconosciute sulla base di un provvedimento formale e definitivo;
  • tale provvedimento è stato comunicato al pensionato;
  • il provvedimento è stato sbagliato per una colpa imputabile solo all’Inps (l’errore non può invece essere addebitato all’istituto se il cittadino ha omesso nella richiesta informazioni che hanno alterato il diritto e la misura della prestazione pensionistica).

In ogni caso, quando si riceve la richiesta di restituzione occorre innanzitutto verificare se è stato commesso un errore quando è stata presentata la domanda per avere accesso alla prestazione, o se è cambiata la situazione (reddituale, patrimoniale) del beneficiario e non è stata inviata nessuna comunicazione all’Inps. Ed è sempre utile chiedere un appuntamento con un funzionario Inps per tutti i chiarimenti del caso. Nella peggiore delle ipotesi ci si dovrà preparare a un ricorso amministrativo contro la decisione dell’istituto, agendo con una certa celerità per evitare sanzioni e interessi (il tempo limite è di 90 giorni).

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