Se non si riesce a raggiungere la quota contributiva necessaria per poter arrivare alla pensione, l’INPS può ridarci indietro i soldi? Per fortuna oggi esistono delle procedure che permettono di farlo.
Anche se non si hanno abbastanza contributi per la pensione, si possono almeno avere indietro i soldi.
L’INPS ha regole estremamente chiare e strette per quanto riguarda la restituzione dei contributi. La possibilità di riavere indietro i contributi versati all’INPS in vista della pensione, anche nel caso in cui non si raggiunga la quota prevista, non è neanche contemplata dall’ente previdenziale. Il meccanismo funziona in modo univoco: i contributi devono essere versati a prescindere, poi, quando il contribuente ha raggiunto i requisiti necessari per la pensione, quei soldi vengono restituiti tramite la pensione statale di vecchiaia. Non esiste per l’INPS una possibilità in cui il contribuente rientri prima o in alcun altro modo dei soldi versati.
Le casistiche in cui un contribuente può richiedere e ottenere indietro i soldi dei contributi versati sono pochi, e normalmente collegati ad errori o circostanze eccezionali. In particolare si può riavere indietro i soldi dei contributi quando:
Anche in questi casi, però, i soldi non vengono semplicemente restituiti al contribuente dall’INPS. Piuttosto il contribuente può utilizzare i soldi versati in altri modi offerti dai servizi dell’ente previdenziale.
I contributi INPS versati e che devono essere recuperati possono esserlo tramite gli strumenti del cumulo, della ricongiunzione o della totalizzazione dei contributi. Cominciando dal metodo del cumulo dei contributi, questo prevede che ogni ente provveda autonomamente alla liquidazione della propria quota di pensione da versare al pensionato. Questo accade quando non ci sono state progressioni di carriera da parte del contribuente, che ha percepito una retribuzione inferiore rispetto agli anni precedenti.
Con la ricongiunzione, tutti i contributi vengono spostati su una sola gestione e andranno a formare una pensione unica. Questo permette di avere una pensione più alta se negli ultimi anni di attività lavorativa la retribuzione è aumentata. Questo metodo ha però un limite ed è che la gestione separata INPS non è compatibile con la ricongiunzione.
La totalizzazione dei contributi, invece, funziona in maniera ancora diversa. Consente di sommare gratuitamente la contribuzione accreditata su diverse gestione di previdenza obbligatoria.
Infine ci sono altri due metodi per ricevere i soldi dei contributi già versati. Il primo è versare volontariamente i contributi. Questo può essere fatto solo dopo aver già completato 5 anni di contribuzione di cui almeno 3 versati nei 5 anni precedenti alla domanda. L’unico problema di questo metodo è il costo piuttosto alto.
L’altro metodo è il riscatto dei contributi. In questo caso è possibile riscattare presso l’INPS anni di contributi che non sono stati versati durante periodi di intervallo dal lavoro. Per esempio periodi di studi universitari, disoccupazione, aspettativa, lavoro part time o all’estero.
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