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Scuola, stipendi più alti per i docenti? Si, ma per tutti

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Stefano Vori

Scuola, l’argomento è sempre caldo, indipendentemente dalla stagione. Se il tema in discussione poi sono gli stipendi dei professori, anche a fine gennaio le temperature diventano bollenti.

In guerra e in pace, durante la pandemia o in tempi più tranquilli, tutte le stagioni sono buone per parlare di scuola. Assolutamente normale considerata la sua importanza. Troppe volte, però, la scuola è diventata il terreno ideale di scontri politici assolutamente sterili, che nulla di positivo hanno mai prodotto.

Studentessa
Scuola (I Love Trading)

Sul tema poi degli stipendi dei docenti, su quanto i professori italiani meritino adeguamenti economici al pari dei loro colleghi d’oltralpe, fiumi di parole e di promesse si sono succedute negli ultimi anni, e non soltanto. La stessa Giorgia Meloni, nel suo programma elettorale, aveva inserito l’aumento dello stipendio per tutti gli insegnanti.

Peccato, poi, che un suo ministro si sia preso una libertà eccessiva. Chi e cosa ha detto?

Scuola, stipendi più alti per i professori?

Il tema è di quelli storici, paragonabile a quello delle Pensioni. Infatti, ogni nuovo esecutivo, appena insediato, annuncia che quanto prima si occuperà degli stipendi dei docenti per portarli, finalmente, al medesimo livello dei colleghi europei. Da quanti decenni si legge e si scrive che i professori italiani sono i laureati meno pagati d’Europa? Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, non ha certo voluto essere da meno dei suoi “illustri” predecessori ed è partito in quarta sul tema in questione.

Probabilmente, però, l’essere un ministro in quota Lega lo ha portato, di fatto, a compiere uno scivolone. Cosa ha detto il ministro dell’Istruzione e del Merito? Il ministro Giuseppe Valditara infatti ha  proposto stipendi più alti per gli insegnanti del Nord, dove il costo della vita è più alto che altrove, mentre per tutti gli altri docenti si dovrebbe mantenere quanto previsto dal contratto nazionale. Critiche alle parole del ministro sono arrivate persino da un’altra figura di primo piano del governo di centro-destra guidato da Giorgia Meloni.

La ministra dell’Università e della Ricerca, MUR, appartenente a Forza Italia, Anna Maria Bernini, ha infatti replicato a Giuseppe Valditara, affermando che gli stipendi devono essere aumentati “in tutti i territori“. La Lega si è ovviamente compattata al fianco del suo rappresentante. Dal leader del partito, Matteo Salvini, a Claudio Durigon, sottosegretario leghista al Lavoro, hanno riaffermato che il ministro dell’Istruzione non intende toccare il contratto nazionale dei docenti, ma “si può intervenire sui contratti decentrati come avviene nel pubblico impiego“. E l’opposizione cosa dice a riguardo?

E l’opposizione che fa?

Miracolo. La dichiarazione del ministro dell’Istruzione ha fatto persino sussultare la sonnacchiosa opposizione la quale, svegliandosi di botto, ha aspramente criticato le parole del ministro. Preoccupazione filtra dalle parole di Debora Serracchiani, del Partito Democratico, che sottolinea come un’iniziativa di tal genere significherebbe una “desertificazione della scuola pubblica nel nostro Mezzogiorno“. Il tutto poi reso ancora più preoccupante se visto anche all’interno del progetto di autonomia differenziata presentata dal ministro leghista Calderoli.

Docente
Scuola (I Love Trading)

Il piano che invece ha in mente il Partito Democratico è un graduale aumento degli stipendi dei docenti da qui al 2027. Gli aumenti dovrebbero, qui il condizionale è quanto mai d’obbligo, poi portare ad una busta paga di 2mila euro netti. Progetto che ha trovato il pieno consenso dei due candidati alla segreteria del partito, ovvero Stefano Bonaccini ed Elly Schlein. Parere favorevole anche dal Movimento 5 Stelle. Per il Partito Democratico ed il Movimento 5 Stelle il tema della Scuola può davvero diventare il terreno comune su cui riannodare i fili per una proficua collaborazione, e opposizione? Lo scopriremo solo vivendo. Forse.

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