Autostrade ha deciso di cambiare il suo look. Si è data un tempo preciso, esattamente quindici anni, per regalare un altro miracolo italiano, come quasi sessant’anni fa.
Ha rappresentato il momento di svolta. L’Italia, uscita distrutta da una guerra e da un ventennio devastanti, riconquistata a caro prezzo la democrazia, si è rialzata. Come l’Araba Fenice è risorta dalla sue ceneri, più bella e più forte che mai. L’Autostrada del Sole è stata un miracolo tecnico di progettualità e realizzazione.
Quel monumento del genio italico, che il mondo intero per anni ci ha invidiato, adesso ha bisogno di un profondo piano di riprogettazione e di adeguamento alle esigenze attuali. Il tempo necessario per tale trasformazione è stato individuato in quindici anni e la spesa finale toccherà i 60 miliardi di euro. Cosa dovremo attenderci?
Autostrade, un nuovo miracolo italiano?
Quante volte lo abbiamo fatto, arrivare al gabbiotto, premere il pulsante, prendere il biglietto che fuoriesce magicamente dalla macchinetta ed attendere che la barra si alzi e ci permetta di intraprendere il nostro viaggio. Per dove? Le destinazioni cambiano ogni volta ma è sempre l’autostrada a “condurci” fino a loro. L’hanno chiamata Autostrada del Sole perché partiva da Milano, uno dei tre poli industriali, insieme a Torino e Genova, simbolo da sempre del “fare” e raggiungeva Napoli, la capitale del Sud, terra del Sole per antonomasia.
Quella lingua di asfalto lunga 755 chilometri non univa soltanto due grandi città. Congiungeva le due anime di un paese che si stava rialzando dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il Boom economico era una realtà e l’Autostrada del Sole, costata 300 miliardi di lire, costruita in 8 anni, consegnata addirittura con tre mesi di anticipo rispetto alla data prevista e senza alcun costo “aggiuntivo”, è il simbolo della rinascita. Era il 4 ottobre 1964 quando l’allora capo del governo, Aldo Moro, l’ha inaugurata. Dopo quasi sessant’anni da quel giorno Autostrade ha preso un’importante decisione.
Ha deciso infatti che è giunto il momento di un profondo restyling, che dia nuova luce ad un settore da sempre strategico per l’economia italiana che, sempre di più, viaggia su gomma. E’ arrivato pertanto il momento di iniziare a pensare ad un profondo piano di modernizzazione delle reti autostradali, che vedano la creazione di terze e quarte corsie puntando, inoltre, ad una sempre più marcata digitalizzazione della mobilità. 60 miliardi di euro saranno investiti per raggiungere tali obiettivi, come annunciato dal presidente di Aiscat, l’Associazione Italiana Società Concessionarie Autostrade e Trafori, Diego Cattoni.
Quali i progetti?
Gli investimenti previsti per i prossimi tre lustri riguarderanno l’ammodernamento e l’ampliamento della rete esistente, parimenti accompagnando la transizione ecologica e introducendo, in misura marcata, una rivoluzione digitale che, attraverso il 5G, permetta di avvalersi di infrastrutture in grado, attraverso il sapiente utilizzo di sensori e software, di assicurare il pieno sfruttamento, ad esempio, della guida autonoma, che potrebbe ridurre i tempi di percorrenza e gli incidenti.
Il passo più importante rimane, come sempre, tentare di svincolarsi da una burocrazia che rallenta, in maniera insostenibile, da decenni, i progetti di opere importanti. Occorre rilanciare, ed accelerare, lo sviluppo di nuove infrastrutture. In questo campo, negli ultimi vent’anni, Francia e Germania hanno investito il doppio dell’Italia. E’ da lì che occorre ripartire. Per un nuovo miracolo italiano. Esattamente come quello realizzato il 4 ottobre 1964.