Perdere anche un singolo anno di lavoro sarà una vera mazzata per chi vuole andare in pensione con Quota103
La questione delle pensioni continua a tenere banco nel nostro Paese. Dopo lo scampato pericolo di un ritorno alla legge Fornero, infatti, non si può certo dire che per i lavoratori che desiderano andare in pensione da tanto sarà tutto rose e fiori, anzi.
Non ci sono infatti buone notizie per chi non sta aspettando altro che terminare il proprio rapporto lavorativo. È scattato infatti l’allarme riguarda le pensioni con Quota 103. Questa misura rappresenta una vera e propria incognita per moltissimi cittadini che vorranno andare in pensione. Ma che cosa potrebbe succedere.
Quando si decide di andare in pensione con un anno di contributi e di età in meno rispetto a quelli che sono i requisiti normali non comporta una perdita troppo eccessiva sull’importo della pensione. L’Inps ha messo a disposizione uno strumento particolarmente utile per tutti quei lavoratori che desiderano sapere quando potranno finalmente andare in pensione. Si tratta di un simulatore in grado di fornire delle indicazioni precise sui tempi di pensionamento senza dover necessariamente rivolgersi ad un Caf o all’Inps.
La cifra da prendere a riferimento è quella che viene riportata dal simulatore Inps. Ovviamente questa non sarà precisa al 100%, ma potrà essere considerata certamente piuttosto accurata e risulterà essere piuttosto vicina alla cifra che alla fine risulterà davvero erogata. Ad ogni modo quella che è l’ultima busta paga del richiedente non influirà sulla cifra dell’assegno pensionistico, tranne che in casi davvero molto rari. I pensionati non si troveranno quindi ad avere un assegno lordo della pensione che corrisponde all’ultimo stipendio lordo.
In questo caso, infatti, non sarà neppure necessario considerare quelli che sono gli elementi accessori della busta paga. Dunque, andare in pensione seppur con un anno di contributi in meno e un anno di et anagrafica in meno non comporterà nei confronti del futuro pensionato un assegno minore, con conseguente perdita di denaro. Per un cedolino di circa 2.600€ sono richiesti 42 anni di versamenti, e da questo è possibile comprendere quanto possa essere influente sul calcolo dell’assegno pensionistico un anno mancato.
Quando si fanno i calcoli per quello che potrebbe essere il proprio assegno pensionistico è necessario tener presente alcuni interessanti elementi. È infatti importante tenere presente che, al contrario di ciò che veniva fatto in passato, oggi la maggior “quantità” dell’assegno pensionistico viene calcolato con il sistema contributivo. Più contributi si versano, sotto forma di denaro, più cospicuo sarà l’importo pensionistico.
Si tratta, quindi, di un sistema che premia coloro che negli anni hanno versato un maggior numero di contributi. Tuttavia è praticamente impossibile ricevere una cifra pensionistica che sia uguale a quella dell’ultimo stipendio, a parte i casi in cui i versamenti dei contributi negli anni sono stati particolarmente elevati.
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