18enne morto in uno stage. Oltre la tragedia anche la beffa poiché l’INAIL ha comunicato alla famiglia del giovane che non vi sarà alcun risarcimento.
Incidenti sul lavoro. Tanti, troppi. Una scia di sangue che sembra apparentemente inarrestabile. Non vi è giorno che non si ascolti o non si legga di un nuovo decesso sul posto di lavoro. Inaccettabile ancor più quando, accanto alla tragica notizia, qualcuno ci rivela che anche quella era una tragedia “evitabile”.
Chi avrebbe “dovuto” evitarla? Ovviamente chi doveva garantire la massima sicurezza sul luogo di lavoro e non lo ha fatto perché mettere in sicurezza quel luogo di lavoro avrebbe comportato probabilmente delle spese extra. Meglio affidarsi quindi alla buona sorte sperando che in azienda non capiti mai nulla. Ma non sempre è così.
Una tragica attualità ce li offre pressoché quotidianamente. Tre/quattro al giorno. Da nord a sud, quasi in maniera uniforme. Giovani e meno giovani, agricoltori, autotrasportatori o lavoratori nel settore dell’edilizia. Chi travolto dal proprio trattore, chi schiantato in autostrada a bordo di un Tir o chi travolto da lastre di qualsivoglia materiale o da giganteschi sacchi di sabbia. In Italia si continua a morire, incessantemente, di lavoro. Hai voglia a raccomandazioni e a disegni di legge che intendono rafforzare le norme di sicurezza. Giovani e meno giovani lasciano famiglie e amici perché, in quasi tutti i casi, le norme di sicurezza non vengono rispettate o, ancora peggio, non vi sono proprio.
Quasi 1500 i morti sul lavoro nell’anno appena trascorso, esattamente 1484, come ci ricorda fanpage.it. Una carneficina che non si riesce ad arrestare. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il 25 ottobre 2022, ha presenziato al Forum della Ricerca “Made in INAIL”. Quale migliore occasione per parlare della sicurezza sui posti di lavoro con l’istituto che più di qualunque altro monitora gli incidenti sul lavoro ed eroga i risarcimenti per coloro, o per le famiglie di coloro, che ne rimangono vittima. Il Forum della Ricerca “Made in INAIL” ha avuto luogo a poco più di un mese di distanza da una tragedia che ha colpito profondamente l’opinione pubblica italiana.
E’ infatti il 16 settembre 2022 e ci troviamo alla Bc Service, fabbrica che si trova a Noventa di Piave, in provincia di Venezia. Al suo interno si trova un giovane di 18 anni, Giuliano De Seta, che sta svolgendo uno stage durante il periodo di alternanza scuola-lavoro. In un attimo si è consumata la tragedia. Una pesante lastra di metallo ha schiacciato il ragazzo. Soccorso immediatamente da alcuni operai prima e dai medici del Suem poi, è stato trasportato in ospedale dove poi, purtroppo, è deceduto. Durante il periodo natalizio, i genitori del giovane deceduto hanno ricevuto una lettera da parte dell’INAIL che li informava ufficialmente che non vi sarebbe stato alcun risarcimento.
Perché?
L’INAIL ha poi spiegato la motivazione del perché alla famiglia De Seta non è stato erogato alcun risarcimento: “I genitori non hanno avuto diritto a una rendita per la morte di Giuliano poiché il reddito familiare supera la soglia minima di legge, calcolata in base alla composizione del nucleo familiare“, queste le parole di Enza Scarpa, direttrice dell’INAIL del Veneto riportate da fanpage.it.
Oltre all’indicibile dolore, anche questa comunicazione che ha il gusto amarissimo di una burocrazia beffarda ed insensibile. I genitori del giovane Giuliano adesso vogliono soltanto conoscere la verità. Per questo il 10 marzo 2023 vi sarà la prima udienza del processo che dovrà accertare le eventuali responsabilità della Bc Service. Il denaro da parte dell’INAIL, come parzialissimo risarcimento per la tragica scomparsa di Giuliano non ci sarà, che almeno sia fatta piena luce per individuare eventuali responsabilità e evitare, al contempo, nuove tragedie.
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