Nuovi contratti previsti per il 2023 per i nuovi inquilini in affitto. Ci saranno dei contratti con condizioni migliori per tutti coloro che intendono abitare in una casa in affitto e occasioni ghiottissime.
Attenzione soltanto a non sbagliare e firmare per errore qualche contratto meno favorevole.
Il 2023 potrebbe portare nuove e ottime novità per chi è sotto contratto d’affitto. I contratti migliori di quest’anno prevedono una scelta precisa per gli affittuari, che possono scegliere un contratto che li avvantaggi sia dal punto di vista del canone, che dal punto di vista fiscale. Spesso le due cose vanno a braccetto, in quanto gli oneri fiscali sono spesso una parte importante del canone d’affitto. Sono molte le tipologie di contratto con cui si può avere a che fare al momento di concordare con il proprietario di casa su un affitto, dal contratto a canone libero a quello a canone concordato, dai contratti a cedolare secca, a contratti transitori. E questo senza contare i contratti a breve scadenza.
Quale di questi conviene di più? Difficile dirlo. In buona parte dipende dalle circostanze e dalla situazione di chi va a firmare. Tuttavia molti sono concordi nel dire che, per possibilità di benefici fiscali e per canone d’affitto, il migliore contratto possibile è il contratto a canone concordato 3+2 disponibile nel 2023. Come suggerisce il nome, questo tipo di contratto è valido per 3 anni di affitto con potenzialità di rinnovo per altri 2. Il grosso vantaggio di questo tipo di contratto è che il canone d’affitto è mediamente più basso rispetto a tutti gli altri. In coincidenza, anche gli oneri fiscali sono più bassi.
Contratto a canone concordato 3+2, i costi e i benefici
Il motivo per cui il canone d’affitto di questo tipo di contratto è più basso degli altri è che il prezzo del canone concordato non viene definito dai padroni di casa, ma dal Comune o dalle associazioni di affittuari. I criteri sono specifici per la definizione di tale canone sono ben specifici e i padroni di casa devono attenersi a questi in caso di contratto a canone concordato. A concorrere alla definizione del canone ci sono le proprietà dell’immobile, la sua posizione, e altre specifiche.
Sotto il profilo fiscale, invece, il contratto a canone concordato può beneficiare di alcune detrazioni che favoriscono sia l’affittuario che il padrone di casa:
- detrazione fiscale di 495,80 euro se il reddito complessivo dell’affittuario non supera i 15.493,71 euro;
- detrazione fiscale di 247,90 euro se il reddito complessivo dell’affittuario non supera di 30.987,41 euro.
Le alternative al contratto a canone concordato
Nonostante le buone parole spese per il contratto a canone concordato, è bene sapere che non si tratta dell’unica scelta possibile. Possiamo considerare positivo anche il contratto di affitto a canone libero 4+4. Come facilmente intuibile, la durata è di 4 anni con possibilità di rinnovo per altri 4; il canone d’affitto è deciso dal padrone di casa e dall’inquilino in accordo. Alla scadenza dei primi 4 anni di contratto, questo si rinnova automaticamente per i successivi 4, a meno che l’inquilino non dia la disdetta del contratto, con almeno 6 mesi di anticipo rispetto alla data di scadenza.