Molte famiglie italiane si trovano in difficoltà al momento di pagare le bollette del gas, ecco come evitare che i costi già ingenti ci vengano triplicati.
In questo periodo le bollette del gas incidono enormemente sulla spesa delle famiglie che spesso devono fare dei tagli ad altre cose per riuscire a fare quadrare i conti con tutto.
Mentre si cerca di fare economia, si può incorrere in costi che triplicano: un vero “dramma” di questi tempi. Ecco cosa fare per difendersi.
Il caso è stato preso in considerazione da Il Fatto Quotidiano che ha riportato come un’amministratrice di tre condomini di Verona, Alessia Bassan, abbia ricevuto fatturazioni diverse pur avendo sottoscritto per tutti un contratto con Agsm Aim.
Uno dei tre stabili, a cui è stata applicata una tariffa pari 3.292 euro/smc, ha ricevuto una fattura di più di 34 mila euro. Se invece fosse stato applicato il valore di la fatturazione usato in un condominio vicino, cioè di 1,0595 la fattura ottenuta sarebbe stata meno di 11 mila Euro. Ma come mai? Ecco la spiegazione e come fare per evitare di pagare così tanto.
Il divario è spiegato con l’utilizzo di un indice diverso, il Psv e il Pfor. Il secondo è quello che fa spendere di più. Ma cosa sono per l’esattezza? Il Pfor è un indice basato sul TTF di Amsterdam, il mercato di riferimento principale per lo scambio del gas. Il calcolo veniva effettuato con le stime del prezzo futuro nei successivi tre trimestri. Dal 1 ottobre del 2022, però, Arera ha scambiato il Pfor con il Pvs che viene definito a seconda del valore medio del prezzo spot del mese interessato. Le società possono ancora calcolare e pubblicare il Pfor. Chi lo usa deve tenere in considerazione le quotazioni dell’indice TTF che è instabile.
Le sue incertezze sono determinate dalla guerra in Ucraina, mentre il Psv viene calcolato in relazione alle quotazioni del mercato italiano. C’è meno incertezza e dunque risulta essere più basso. Secondo Paolo Cazzaniga, esperto di Altroconsumo, è preferibile optare per i contratti indicizzati al Psv. Anna Vizzari, coordinatrice della consulenza giuridica Altroconsumo, sottolinea che sussistono casi in cui impiegare l’indice più alto non è affatto legittimo. Se si notano differenze tra contratto e bolletta si può effettuare un reclamo.
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