Dopo giorni di segnalazioni, dubbi e mezze ammissioni, arriva la notizia ufficiale: Twitter ha optato per un blocco totale. Ecco cosa sta succedendo.
Addio a Tweetbot, Twitterrific e app simili. Da Twitter è arrivata una drastica decisione: i client di terze parti non potranno più accedere alle API (Application Programming Interfaces, ovvero le interfacce di programmazione delle applicazioni) del social che cinguetta. Apriti cielo.
La notizia arriva dopo una settimana controversa, tra inghippi, dubbi e mezze ammissioni. Alla base della decisione ci sono soprattutto ragioni economiche: i client di terze parti non mostrano annunci pubblicitari.
Un fulmine al ciel sereno per il popolo di Twitter
“Non è possibile utilizzare le API o il contenuto di Twitter per creare, o tentare di creare, un servizio o un prodotto sostitutivo o simile alle applicazioni Twitter” si legge in un passaggio del nuovo regolamento per sviluppatori che pone fine ai client di terze parti.
Il riferimento è in particolare a quei client che, servendosi delle API di Twitter, davano accesso al social attraverso le loro app. Vedi Tweetbot e Twitterrific, entrambe con più di dieci anni di onorata attività. Come accennato, nei giorni scorsi era già scattato qualche campanello d’allarme: dal 13 gennaio, i client di terze parti hanno dovuto fare i conti con continui malfunzionamenti, senza che da Twitter giungessero spiegazioni. Se non quasi una settimana dopo, e alludendo all’applicazione di vecchie regole relative alle API. “Twitter sta applicando le sue regole API di lunga data. Ciò potrebbe comportare il mancato funzionamento di alcune app” ha spiegato un tweet dell’azienda.
Today marks the end of an era. Sadly, we’ve been forced to pull Twitterrific from both the iOS and Mac App Stores.
Twitter’s unexplained revocation of our API access has left the app with no path forward. Please read our blog for more information🖖 https://t.co/UZSdmqZtMD
— Twitterrific (@Twitterrific) January 19, 2023
Va da sé che la decisione è stata accolta molto male dagli sviluppatori di questi client. Craig Hockenberry, tra gli altri, scrive che “non c’è stato alcun preavviso per i creatori dei client, gli utenti si sono ritrovati uno strano errore e nessuno ha spiegato cosa stesse succedendo. Non abbiamo nemmeno potuto ringraziare gli utenti che sono stati con noi per più di un decennio”.
Da Twitter finora non è giunta alcuna comunicazione ufficiale, ma la ratio di questa decisione tranchant è facilmente intuibile: i client di terze parti non mostrano annunci pubblicitari, per cui potrebbero essere considerati una perdita di ricavi per l’azienda, e integrando alcune funzioni aggiuntive rispetto al client ufficiale potrebbero rendere i loro utenti meno interessati all’abbonamento Twitter Blue. E’ l’economia dei social, bellezza.