Nel 2023 ci saranno delle novità per quanto riguarda i congedi parentali. Possibilità per entrambi i genitori di un bambino di poter restare a casa assentandosi da lavoro e percependo comunque una retribuzione.
Ecco quali sono i regolamenti per il congedo parentale e per quanto si può prendere.
Pari opportunità per entrambi i genitori di stare a casa col proprio figlio. Grazie al congedo parentale 2023 ci sarà la possibilità sia per le mamme che per i papà d’Italia di prendersi una pausa da lavoro per poter rimanere a prendersi cura del proprio figlio. Questo è quanto emerge dalle revisioni dei regolamenti per il congedo parentale nel 2023, approvate dal Governo. Nel 2023 ci sarà possibilità per entrambi i genitori di prendersi pause dal lavoro fino al compimento dei 12 anni del pargolo o fino alla fine del tempo massimo di congedo parentale disponibile. Partiamo col dire che il congedo parentale è un periodo di astensione dal lavoro facoltativa per i genitori di bambini da 0 a 12 anni.
Questa è valevole soltanto per lavoratori dipendenti di ambo i sessi, sia nel settore pubblico che privato. Non spetta invece a lavoratori sospesi, disoccupati, a lavori domestici o a domicilio. Per quanto riguarda il tempo del congedo, questo deve essere calcolato in totale. I periodi di congedo parentale, infatti, si possono chiedere anche a lunga distanza gli uni dagli altri, purché il totale del tempo preso non superi il massimo consentito:
- 6 mesi per le mamme lavoratrici che hanno già completato il periodo di astensione obbligatoria (6 mesi);
- 10 mesi per un genitore single;
- 11 mesi se a chiederlo è il padre per un periodo di almeno 3 mesi, continuativi o frazionati.
Congedo parentale 2023, come richiederlo e cosa farci
Quando si è in congedo parentale viene comunque corrisposta una cifra a sostituzione dello stipendio. Questa non viene erogata dal datore di lavoro, bensì dall’INPS. Per questa ragione la richiesta per il congedo parentale deve essere fatta direttamente all’ente previdenziale tramite uno dei 3 sistemi. Il primo è il metodo per via telematica, attraverso il sito dell’INPS accessibile con SPID o CNS; il secondo è tramite uno degli uffici Contact Center INPS; rivolgersi a un patronato.
In caso di congedo parentale si ha dunque diritto a una retribuzione inferiore al proprio stipendio, ma comunque bastevole da garantire un’entrata per il periodo di congedo. Nello specifico:
- 30% della retribuzione media giornaliera per richiesta di congedo nei primi 6 anni di vita del bambino;
- 30% della retribuzione media giornaliera per richiesta di congedo dai 6 anni e 1 giorno a 8 anni di vita del bambino se il reddito individuale è inferiore a 2,5 l’importo annuo del trattamento minimo INPS e i genitori non hanno sfruttato il congedo parentale nei primi 6 anni.
- nessuna retribuzione dagli 8 anni e 1 giorno ai 12 anni di vita del bambino.
I tempi di congedo volta per volta
Si può approfittare del tempo di congedo parentale fino al massimo consentito sia in un’unica soluzione che frazionatamente nel tempo. C’è sempre però la necessità di dare all’INPS una durata precisa di tempo di congedo parentale espresso in mesi, giorni o ore. Sarebbe infatti possibile usufruire del congedo parentale per un ammontare di ore del giorno inferiore all’ammontare di ore massimo di lavoro di una giornata. Per esempio, su una giornata di lavoro di 8 ore un genitore può usufruire del congedo parentale per 4 ore.