In questi tempi bui sono in tanti a vendere quello che hanno per qualche soldo. Fate attenzione però alle regole fiscali
A causa della crisi economica che tutti noi stiamo affrontando in un modo o nell’altro c’è chi, sconfortato dalle continue spese dovute ai rincari di energia, carburante e materie prime, decide di vendere qualcosa più o meno di valore di cui è in possesso. Questo per ricavarne qualcosa da investire o utilizzare direttamente nel pagamento delle bollette o della spesa.
Ma come funziona quando qualcuno decide di vendere quello che ha per fare qualche soldo? Sembrerebbe una cosa piuttosto semplice e veloce, ma in realtà, così come avviene per molte procedure, ci sono delle regole fiscali a cui fare attenzione. Continuando nella lettura di questo articolo, quindi, capirai a quali norme fare attenzione e cosa prendere in considerazione prima di vendere oggetti di nostro possesso.
Ecco le regole fiscali da conoscere prima di vendere
Prima di effettuare una vendita occasionale di oggetti e altre cose in nostro possesso, è necessario fare attenzione a quelle che sono le regole fiscali in questa occasione. Quando si decide di vendere un’auto, un oggetto o qualsiasi altra cosa si intende fare una vendita occasionale e non continuativa. Per questo non è necessario rilasciare alcuna fattura, tuttavia è necessaria comunque la presenza di un documento che attesti l’incasso derivante dalla vendita.
In questo caso, infatti, è necessario avere una ricevuta di pagamento occasionale o una nota di debito. La ricevuta deve contenere le seguenti informazioni: dati dell’acquirente; dati del venditore; importo percepito dall’acquirente; descrizione del bene venduto; indicazione di “corrispettivo relativo alla cessione di beni compiuta quale attività commerciale occasionale”; data e firma del cedente. Nel caso in cui l’importo ricevuto sia maggiore o uguale a 77,47€ è necessario apporre al documento originale una marca da bollo di circa 2€.
Sarà necessario anche dichiarare i redditi percepiti durante l’anno riguardanti tali attività. Nello specifico bisogna compilare il quadro RL del modello Unico Persone fisiche. Chi, invece, ha effettuato vendite occasionali e possiedono redditi assimilati a quelli di un lavoratore dipendente può godere di una detrazione che non è rapportata al periodo di lavoro. Questo però solo se l’importo ricevuto dal cedente è inferiore o uguale a 4.800€.
Partite Iva
Il contribuente che decide di vendere oggetti in maniera occasionale non ha assolutamente obbligo di aprire una partita Iva. Questa è infatti un’attività che viene svolta in maniera sporadica e che non ha nessuna continuità nel tempo (per l’appunto è occasionale).
L’occasionalità della vendita di un oggetto, infatti, non è strettamente correlata a quello che è il guadagno percepito. Ad essere determinante, infatti, è la cadenza temporale della vendita, o delle vendite, stesse.se l’attività è invece abituale, il reddito che viene percepito dovrà necessariamente rientrare nella categoria dei redditi d’impresa. In quest’ultimo caso, quindi, risulta essere obbligatoria l’apertura di una Partita Iva. Nel caso in cui questo non venga fatto, il cittadino rischia pesanti multe e sanzioni.