L’Unione europea e le case italiane. Un ciclone sembra in procinto di abbattersi sugli immobili del nostro paese. Ed i proprietari iniziano seriamente a preoccuparsi.
Dall’Europa ultimamente ci stanno arrivando delle scosse terribili. Mancavano pochi giorni alla festività del Natale quando la presidente della Bce, la Banca centrale europea, Christine Lagarde ha annunciato il nuovo aumento dei tassi di interesse, rovinando di fatto le festività a tutti coloro che hanno acceso un mutuo a tasso variabile.
Da pochi giorni è passata l’Epifania e l’Unione europea manda un altro segnale che fa gelare il sangue. Riguarda il nostro, un po’ vecchio in verità, patrimonio immobiliare. Avrebbe bisogno di una bella rinfrescata unita ad una notevole riduzione delle emissioni. Detto così sembra qualcosa di assolutamente positivo, ma non è esattamente così…
L’Unione europea e le case italiane.
Quando si tocca la casa, la reazione è sempre istintivamente forte. Vuoi perché ad una casa tutta nostra, e per la nostra eventuale famiglia, abbiamo sempre aspirato e poi perché i risparmi di una vita sono in quelle quattro mura che custodiscono la nostra storia, i nostri affetti ed i nostri sogni. In questi ultimi due anni la casa si è riservata il centro delle attenzioni politiche. Il Movimento 5 Stelle, dopo le trionfali elezioni del 2018, ha fortemente voluto che venisse approvata la misura denominata Superbonus 110% al fine di realizzare interventi specifici per il miglioramento dell’efficienza energetica delle nostre abitazioni. Così è stato.
Il governo di Giorgia Meloni lo ha modificato per il 2023 passando dal 110 al 90% delle detrazioni. Sembra però che la decisione di prorogare la misura pentastellata sarà superata in curva tra breve se verranno confermate alcune voci provenienti da Bruxelles. Sembra infatti che dalla sede dell’Unione europea stia per giungere una direttiva che rischierebbe di creare un comprensibile panico in pressoché tutte le famiglie italiane. Entro il 24 gennaio infatti la Commissione Energia del Parlamento europeo potrebbe approvare una nuova legge che obbliga i proprietari delle case a rinnovare i propri immobili. A loro spese, ovviamente.
Ma quali immobili verrebbero poi praticamente coinvolti? Tutti gli immobili appartenenti alle classi energetiche F e G, dal momento che, entro il 2030, la classe energetica minima per un’abitazione sarà la E. Non certo una buona notizia dal momento che in Italia il 60% degli immobili residenziali appartengono alle classi F e G. Pretendere che i proprietari degli immobili ristrutturino, obbligatoriamente e per di più in pochi anni, per non rischiare poi di essere oggetto di sanzioni, è una decisione che non tiene minimamente conto delle possibili conseguenze. I nuclei familiari che abitano in immobili con classe energetica F o G, sono quelle che, il più delle volte, hanno anche meno disponibilità economiche. Ed allora?
La finalità è buona, ma…
L’obiettivo che l’Unione europea intende perseguire è di per sé ottimo, ovvero emissioni zero entro il 2050. Gli immobili incidono per oltre 1/3 ed oltre il 75% è inefficiente sul piano dei consumi, questo secondo quanto risulta dai dati Eurostat.
Come detto, però, è una decisione che dovrà essere valutata con molta attenzione poiché potrebbe provocare una serie di effetti negativi a catena. Una accelerata sui temi ecologici è assolutamente necessaria ma il tutto dovrà avvenire con gradualità, senza strappi. Soprattutto senza pretendere esborsi economici importanti dopo un triennio che tra pandemia e guerra ha ridotto all’osso le economie di milioni di famiglie italiane.