Si parla tanto di inflazione ma anche di timori di recessione. Sono queste le due grandi parole d’ordine per il 2023.
Infatti l’inflazione è altissima come non era da tempo e anche la recessione fa paura. In effetti buona parte del mondo potrebbe entrare in recessione in questo 2023 e per la borsa ci sono forti timori. Come sappiamo le banche centrali stanno aumentando fortemente i tassi per cercare di arginare l’alta inflazione.
Infatti l’unica medicina che le banche centrali hanno a disposizione per contenere l’inflazione è proprio l’aumento dei tassi. Ovviamente l’aumento dei tassi non piace a tutti ma con un’inflazione altissima è l’unica cosa che si può fare. Il problema però è che il mondo non viaggia tutto alla stessa velocità. Infatti in questo 2023 secondo molti analisti l’inflazione potrebbe effettivamente diminuire molto negli Stati Uniti ma rimanere molto alte in Europa.
Occidente a due velocita ma che faranno le banche centrali?
Se guardiamo gli ultimi dati diffusi effettivamente negli Stati Uniti l’inflazione è scesa parecchio e si attesta ormai agli stessi livelli precedenti a quelli della guerra in Ucraina. Non si tratta ancora di una inflazione veramente bassa ma comunque sia essere tornati ai livelli precedenti alla guerra in Ucraina è un importante traguardo. Il problema però è che mentre l’inflazione negli Stati Uniti effettivamente diminuisce secondo molti analisti proprio in Europa potrebbe rimanere molto alta in questo 2023.
Infatti l’Europa ha una grande difficoltà ad approvvigionarsi sul fronte di gas ed energia elettrica e benzina. Quindi proprio le materie prime energetiche potrebbero tenere altissima l’inflazione in Europa proprio mentre negli Stati Uniti invece diminuisce. Il problema però è capire che cosa faranno le banche centrali.
Situazioni molto diverse
Infatti le banche centrali cercano di essere sempre piuttosto coordinate nei loro movimenti ma è chiaro che se la Federal reserve deve confrontarsi con un’inflazione in diminuzione mentre la banca Centrale Europea deve confrontarsi con un’inflazione indomabile i problemi aumentano.
Una possibilità è quella che la Federal Reserve proprio grazie ad un’inflazione americana che effettivamente diminuisce cominci a rallentare gli aumenti dei tassi e che la BCE tenda a seguirla anche per rispondere alle tante polemiche mosse contro di essa. Il problema però è che se le varie banche centrali del mondo cominciano a rallentare l’aumento dei tassi di interesse, questo potrebbe essere sostanzialmente equilibrato e positivo per un’economia americana con un’inflazione sotto controllo o relativamente sotto controllo, mentre potrebbe essere sbagliato per una economia europea che continuerebbe ad avere un’inflazione altissima per tutto il 2023.
Inflazione europea molto più alta
Quindi se nel 2022 sostanzialmente la marcia dell’inflazione è stata simile tra Stati Uniti ed Europa e anche le risposte delle banche centrali sono state coordinate, in questo 2023 le cose potrebbero cambiare radicalmente e ci potrebbe essere un forte scollamento tra usa ed Europa che potrebbe decisamente complicare il quadro.
In sostanza la BCE potrebbe sentirsi “autorizzata” ad allinearsi ad un ammorbidimento della FED ma non è detto che questo possa essere un bene.