La BCE la Federal Reserve e le altre banche centrali ultimamente sono tornate protagoniste.
Con le loro comunicazioni spesso molto dure ed inquietanti delineano l’economia del 2023. Quando le banche centrali parlano ultimamente parlano quasi soltanto di aumento dei tassi e di recessione. Effettivamente questi due sono i due temi forti del 2023 ma è giusto spaventare in questo modo i mercati?
Parlare in modo così convinto e ripetitivo di recessione e di aumento dei tassi sicuramente crea una bruttissima atmosfera sui mercati. La gente giustamente è spaventata e le famiglie si fanno l’idea di un 2023 veramente inquietante. Il problema della comunicazione delle banche centrali non nasce certo oggi.
Infatti le banche centrali giustamente devono dire tutto quello che pensano in merito alla curva dei tassi e anche in merito ai rischi di una recessione. Oggi i tassi giustamente sono in aumento e anche il rischio della recessione è molto alto e quindi le banche centrali non possono che trasmettere queste brutte prospettive alla gente.
Il problema però è che le banche centrali non parlano unicamente ad una platea di esperti ma le loro considerazioni ormai vengono lette ed ascoltate praticamente da tutti. Dunque da una parte c’è il diritto7dovere della banca centrale di esprimere le sue grosse preoccupazioni in merito all’economia europea e all’economia mondiale ma dall’altra c’è anche un effetto realmente deprimente sulla gente e sui consumi.
Se una famiglia pensa che il 2023 sarà scandito soltanto da un duro aumento dei tassi e da una recessione quasi inevitabile è chiaro che tutte le sue scelte andranno in direzione paradossalmente di favorire quella recessione perché quella famiglia addirittura potrebbe arrivare a privarsi persino di alcuni acquisti fondamentali come scusa tante famiglie italiane purtroppo stanno facendo.
Stigmatizzare le banche centrali è sempre troppo facile perché qualsiasi cosa facciano rischiano sempre di sbagliare. In un momento del genere poi le banche centrali stanno attraversando un vicolo strettissimo che vede da una parte l’altra inflazione e dall’altra parte una durissima recessione.
Andare a governare i tassi e le iniezioni di soldi sul mercato in un contesto così difficile e con due minacce contrapposte da dover tenere contemporaneamente a bada è sicuramente difficilissimo. D’altra parte poi la Banca Centrale ha il dovere di comunicare in modo chiaro sia agli esperti del settore ma anche alla gente comune che attraverso i media comunque sia ascolta queste prese di posizione.
Ad ogni modo non è sbagliato richiamare la banca Centrale ai suoi importantissimi doveri e quindi anche una sana dialettica e una sana polemica tra la banca centrale e gli stati può essere utile se può essere un elemento di maggiore riflessione collettiva. Insomma, la dialettica tra gli istituti centrali, i governi e al gente non è semplice e proprio per questo va gestita bene da tutti.
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