Vedere i propri conti pignorati non è certo cosa gradita ad alcuno. Ma quando questo avviene per colpe non proprie, allora monta davvero la rabbia.
Pagare la tasse, sempre e comunque. Questo per non vedersi costretto poi a passare sotto le forche caudine dello Stato o del Comune di appartenenza. Le tanto odiate cartelle esattoriali sono lì proprio per ricordare tali volontarie, o involontarie, dimenticanze. La procedura è canonica ed il tutto parte dalla consegna al cittadino di una raccomandata.
In quel momento la sempre più oliata macchina per il recupero crediti si mette in moto. In quel momento, appunto. E se quel momento non c’è, ovvero se la raccomandata che avrebbe dovuto informare il cittadino di un’eventuale mancata contribuzione in realtà non fosse mai stata consegnata per errori causati dagli stessi postini?
Cartelle esattoriali. Quanto se ne è discusso nelle ultime settimane. L’ipotesi di una nuova rottamazione delle cartelle annunciata dall’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, aveva suscitato un tale vespaio di polemiche che la metà sarebbero state più che sufficienti. Oltretutto non è certo la prima volta che si insegue quella che viene denominata solitamente come “pace fiscale”. Dimenticanze o precisa volontà di non pagare i dovuti tributi possono mettere in moto la macchina del recupero crediti dello Stato o dei Comuni.
E così, volenti o nolenti, si può incappare nelle non sempre piacevoli operazioni di recupero istituzionali. Ma se si è omesso di pagare…Ecco allora partire la procedura di recupero che, di solito, inizia con una raccomandata informativa della violazione riscontrata. Qualora poi tale raccomandata si riveli senza esito, ecco la cartella esattoriale che, oltre a contenere la somma eventualmente non corrisposta, comprende anche ulteriori aggravi. Ma, a volte, può succedere l’imprevedibile…
Può succedere che l’esattore decida di pignorare lo stipendio, il conto corrente o attuare un fermo auto perché un cittadino non ha provveduto a saldare la cartella esattoriale. Può anche succedere, invece, che il cittadino non abbia potuto saldare il suo debito con lo Stato o con il Comune dove risiede, “semplicemente” perché non ha mai ricevuto una cartella esattoriale. Per quale motivo? “Semplicemente” perché il postino non ha mai consegnato la raccomandata. Ed allora cosa accade in questi casi?
Il caso che abbiamo precedentemente descritto fa esplicito riferimento ad una legge di due anni fa che i professionisti conoscono bene, ma sulla cui assurdità non si è mai discusso. In tale situazione il cittadino che ha subito un pignoramento a causa di una cartella esattoriale MAI ricevuta poiché MAI aveva, in prima istanza, ricevuto la raccomandata di avviso, non può difendersi contestando l’anomalia dell’accaduto.
Anche se il postino non ha consegnato la raccomandata il cittadino interessato dovrà attendere il pignoramento per poter, finalmente, fare ricorso. Sulla presunta incostituzionalità di una tale legge nessuno, ai livelli più alti, si è mai espresso. Forse in certe “pastoie” legislative occorre incapparci per comprenderne la vera assurdità. Ma vi dovrebbero incappare coloro che poi hanno, conseguentemente, anche il peso di poterle cambiare.
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